Una dolce avventura iniziata quasi per scherzo, con una domanda rivolta alla titolare un sabato pomeriggio di 22 anni fa: «Ma non è che per caso volete vendere?». La risposta, inaspettata, arrivata con un sorriso: «Chiamami lunedì che ne parliamo». Per Giancarlo Torta, un destino segnato già dal nome, il viaggio nel cioccolato al timone della storica Confetteria Barbero di Cherasco, borgo Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, è iniziato così, senza troppi calcoli o riflessioni. A dire la verità il cioccolato era già da prima, da sempre forse, una delle grandi passioni di Giancarlo, ma più che altro come consumatore e come fedele frequentatore della pasticceria Barbero sotto i portici del centro di Cherasco, una vera istituzione golosa della città, presente in via Vittorio Emanuele dalla fine dell’800.

«Sono nato a Cherasco e amo la mia città – racconta Giancarlo – Per lavoro però mi sono trasferito a Torino. Dove ho aperto un self service, un grande locale da mille coperti al giorno. Ma dopo anni trascorsi a Torino, anche se la distanza non è molta, avevo voglia di tornare a casa». Tra gli ingredienti di questo desiderio c’era anche il sapore del cioccolato fondente che abbraccia la fragranza della nocciola nel dolce tipico della sua città, il Bacio di Cherasco. «Ho sempre avuto una particolare predilezione per il cioccolato, in particolare per i Baci di Cherasco della Confetteria Barbero. Tornavo ogni settimana a casa e prima di ripartire per Torino passavo sempre dal locale sotto i portici a fare il mio rifornimento di cioccolato. Fin da bambino sono sempre stato un cliente più che affezionato della pasticceria Barbero».

Capita così che un pomeriggio di dicembre del 1998 Giancarlo sia alla cassa per pagare la “solita” razione di Baci per combattere con cioccolato e nocciola la nostalgia di casa che, immancabilmente lo prenderà durante la settimana torinese. «L’attività era in mano alle ultime due discendenti della famiglia Barbero, due sorelle. Io avevo da tempo l’idea di tornare a Cherasco e aprire una mia attività, mi mancava solo l’occasione, così, quasi per scherzo, chiesi a una delle due sorelle se avevano in mente di vendere. E lei, in maniera del tutto inaspettata mi disse che se ne poteva parlare. A quel punto non potevo più tirarmi indietro... La signora mi ha poi confidato che, essendo rimaste solo loro due, senza eredi, l’idea non era tanto di cedere l’attività quanto piuttosto di terminarla. Aver visto me, uno che conoscevano fin da bambino e che, fin da bambino, ha sempre amato i loro Baci e i loro tartufi, le ha convinte che forse c’era un futuro per una storia iniziata quasi un secolo e mezzo fa».

Per Giancarlo una faticosa dolcissima rivoluzione. «Non è stato semplice all’inizio, dovevo imparare e condurre l’azienda. Passare dalla ristorazione alla pasticceria è un salto molto impegnativo. Nella pasticceria, e nella cioccolateria in particolare, bisogna essere molto precisi, bisogna calibrare bene le quantità, stare attenti alle temperature, non si può improvvisare».

Comincia così una nuova vicenda per il cioccolato di Cherasco, anche in questo caso nata sull’asse con Torino e sulla nostalgia di casa, proprio come accadde con il fondatore, Marco Barbero, il quale, dopo aver fatto esperienza a Torino come garzone, decise di tornare in città e aprire, nel 1881, la pasticceria che ancora adesso è un punto di riferimento per i palati dei cheraschesi. Una vicenda che ha portato il Bacio di Cherasco, e non solo, ben oltre i confini regionali: «Abbiamo clienti ormai in tutto il mondo, da New York a Tokyo, da Londra alla Germania, oltre naturalmente a gran parte d’Italia». Potere delle possibilità offerte dalla vendita online, ma anche, e soprattutto, dalla lunga storia dell’azienda e dal grande lavoro di promozione dei propri prodotti, puntando esclusivamente sulla qualità. «Partecipiamo con un nostro stand a tre fiere all’anno, scegliamo sempre piccole fiere dove si espongono prodotti artigianali, non ci interessano i grandi appuntamenti dove espongono i colossi e protagonisti della grande distribuzione, noi siamo un’altra cosa». Per il mercato italiano inoltre la Confetteria Barbero si appoggia alla rete di Eataly.

Un successo che ha le fondamenta su un prodotto imprescindibile, il Bacio di Cherasco, il cui successo è dovuto anche alla semplicità dei suoi ingredienti: cioccolato fondente e nocciole: «Utilizziamo una miscela di cioccolati che vengono da diverse parti del mondo, Cuba, Santo Domingo, Venezuela e Tanzania, combinati con le nocciole delle Langhe che vengono selezionate a mano e tostate con il sistema tradizionale». Accanto ai Baci, Giancarlo Torta, che negli anni si è sempre più affinato nell’arte del cioccolato e nella ricerca di nuovi abbinamenti, ha inserito altri prodotti, arrivando a realizzare 22 tipi di praline (dalle più classiche alle più originali come quelle alla grappa e miele, o all’uvetta e calvados), i tartufi (al gianduia, al pistacchio e all’amaretto), i gianduiotti, i 7 tipi di dragrées e i grissini ricoperti di cioccolato.

Una storia iniziata raccogliendo quasi per caso il testimone secolare di un’istituzione dolciaria cheraschese e che Giancarlo Torta, insieme ai figli Luca e Cristina, sta guidando verso una nuova dimensione. Tenendo però i piedi ben piantati nella tradizione, ad iniziare dallo storico locale della Confetteria Barbero, rimasto quasi inalterato rispetto a quello del 1881 quando serviva il Circolo Ufficiali e la sua sala da matrimoni (anche per questo il nome della pasticceria fa riferimento ai confetti). Il locale, nascosto dagli antichi portici, è accanto al secentesco Palazzo Salmatoris, uno dei simboli della città, un luogo dove è stata scritta la storia del Piemonte e dell’Italia: nei saloni affrescati del palazzo, nel 1796, Napoleone firmò infatti l’armistizio con i Piemontesi nel quale, tra le altre cose, veniva decisa la sottrazione di 110 opere d’arte del Regno dei Savoia per abbellire l’appena inaugurato museo del Louvre. Anche nella pasticceria si respira la storia, grazie all’antica “bassina” di rame utilizzata per la preparazione dei confetti, agli arredi Liberty originali e ai vecchi vasi di vetro, ma è una storia non ufficiale, quella che non entra nei libri di storia, fatta delle chiacchiere di due amici che gustano un cioccolatino croccante, dei sorrisi delle signore che comprano i Baci per addolcire i pranzi domenicali e della meraviglia dei bambini che guardano desiderosi attraverso la vetrina di una pasticceria.

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Testo: Luca Tavecchio - Foto: Confetteria Barbero