Circa 7000 foto di montagna, databili dalla fine degli anni ’40 agli anni ’80 del Novecento, attrezzature alpinistiche utilizzate da Bonatti negli anni ’50 e ’60 (dalla famosa solitaria sul Petit Dru alla via nuova sulla parete nord del Cervino): abbigliamento, zaini, caschi, scarponi, piccozze, ramponi, martelli, occhiali e poi dattiloscritti, appunti, relazioni tecniche, testi per conferenze, interventi e discorsi pubblici, libri, pellicole e registrazioni audio e video, fotocamere. Inoltre 70.000 diapositive realizzate da Bonatti nel corso dei viaggi di esplorazione, oltre ai materiali preparatori per le avventure in terre lontane e ancora, sessant’anni di ritagli stampa e di corrispondenze. Un patrimonio di testimonianze, cimeli e ricordi stimabile in circa 250mila pezzi è stato donato dagli eredi di Walter Bonatti (Francesco e Stefano Vicario, figli di Rossana Podestà) al Museo nazionale della montagna di Torino, del Club Alpino Italiano.
TUTTO IL MATERIALE A TORINO
Secondo il Direttore del Museo Aldo Audisio “l’acquisizione delle collezioni di Bonatti, decisione presa unicamente dagli eredi, rappresenta la continuazione di un progetto iniziato da tempo con Walter, e si allinea con il grande lavoro di documentazione che il Museo Nazionale della Montagna conduce da molti anni, con l’obiettivo di studiare, narrare in maniera rigorosa e valorizzare la storia dell’alpinismo e delle alte terre. L’archivio Bonatti, che fino ad oggi era diviso tra Valtellina, Milano e Visso, in provincia di Macerata, viene così finalmente riunito”.
UN RIORDINO COMPLESSO
Il riordino delle collezioni dell’archivio Bonatti entrerà a breve nella sua fase operativa. Si tratterà di un lavoro lungo, complesso e oneroso, completamente a carico del Museo del CAI Torino. Il costo indicativo dell’operazione è stimabile in circa 300.000 euro. Al momento il progetto può far conto su un primo, consistente sostegno economico della Sede Centrale del Club alpino italiano, pari a un terzo della somma.
Per gran parte del periodo di riordino del materiale non sarà ovviamente possibile la consultazione dei documenti, che verranno poi messi a disposizione degli studiosi e del pubblico, una volta ultimata la completa sistemazione archivistica.