Giacomo Parravicino (o Parravicini) detto il Gianolo è stato un pittore lombardo a cavallo tra Seicento e Settecento. Nacque in Valtellina, a Caspano, frazione del Comune di Civo, in provincia di Sondrio, nel 1660 e morì a Milano nel 1729. Ne parliamo qui perché martedì 9 novembre alle ore 17.30 saranno presentati a Sondrio, presso la Sala dei Balli di palazzo Sertoli (in piazza Quadrivio 8) i restauri di due sue famose opere (Il trasporto delle reliquie e Il martirio dei Ss. Gervasio e Protasio) realizzate nel 1705 per la chiesa collegiata dei Santi Gervasio e Protasio di Sondrio.

Il restauro è stato realizzato in seguito a un bando pubblicato nel 2008 in occasione del centenario del Credito Valtellinese in accordo con la Pro Valtellina; l'obiettivo era di finanziare un progetto meritevole teso alla tutela del patrimonio artistico della provincia. E queste due grandi tele del Gianolo sono state oggetto di uno dei progetti assegnatari del bando. Pertanto oggi a 350 anni dalla nascita dell'artista queste due sue opere tornano restaurate nella chiesa che le commissionò. Al termine della presentazione è prevista la visita guidata alle opere oggetto di restauro appena ricollocate nella Collegiata di Sondrio, nel cuore della città.

Giacomo Parravicino ebbe la sua formazione all'accademia ambrosiana. I suoi primi lavori furono eseguiti presso il paese natale a partire dall'anno 1687. Di seguito operò al Duomo di Milano ove dipinse i quadri del Santissimo Sacramento e dei miracoli di San Carlo. Sempre a Milano realizzò la decorazione della chiesa di S. Alessandro (i cui restauri stanno cominciando in questi giorni) verso il 1695, dove ebbe modo di collaborare con i fratelli Gerolamo e Giovan Battista Grandi, che lo seguirono anche in molti lavori successivi.

La squadra così composta infatti operò alla chiesa parrocchiale di Chiuro e presso la chiesa di S. Calimero di Milano, precisamente all'oratorio di S. Michele. Successivamente realizzarono le tredici lunette del chiostro del convento di Sl. Francesco di Trecate. L'opera più nota del Gianolo resta la decorazione della cupola della basilica di S, Maria della Croce di Crema su incarico dei Carmelitani Scalzi.