Adesso da queste parti è quasi l’ora del riposo. Conclusa da qualche giorno la vendemmia, finita la stagione delle primizie, tra Isera e la val di Gresta si può tirare il fiato. Sugli alberi si dipinge l’autunno, nella cantine fermenta il marzemino e allora si può cogliere l’occasione per passeggiare e pasteggiare. Il freddo è relativo e dunque è un buon momento per andare a curiosare tra vigneti e e campi, in una zona del Trentino poco battuta da chi cerca le magnifiche vedute delle Dolomiti e gli impianti di risalita. Qui non scia e non ci si arrampica, al massimo si cammina tra i boschi, soprattuto in val di Gresta, l’orto (biologico) del Trentino.

Benedetta da un’esposizione favorevole che porta in quota l’aria calda che proviene dal Garda, la conca è un grande giardino. Da sempre si producono patate e carote, cavoli cappucci e sedano rapa, e poi ancora zucchine, radicchio e fagiolini. Tra settembre e ottobre per le strade di Ronzo Chienes si tiene la mostra mercato dei prodotti della terra, ma anche negli altri finesettimana si può approfitare per fare la spesa direttamente dai produttori. Una spesa sicura, visto che grazie alla lungimiranza degli amministratori e dei contadini da anni l’intera val di Gresta ha sposato l’agricoltura biologica. Il 25% delle terreni è condotto seguendo i principi dell’agricoltura integrata, il restante 75% è rigorosamente bio. Oltre centocinquanta produttori che come da tradizione trentina radicata si sono riuniti in una cooperativa che tra le altre cose contribuisce a organizzare fattorie didattiche per spiegare ai bambini di città che il latte non nasce in cartone e le patate non sono solo surgelate e prefritte.

E chi è in vena di escursioni, dalla val di Gresta può salire verso il passo Bordala e scendere allo splendido lago di Cei che sembra uno di quei laghi alpini che una volta mettevano sulle confezioni di cioccolatini svizzeri. Si tratta di un biotopo tutelato dalla provincia di Trento, in estate si riempe di ninfee e diventa una meta per pic-nic, in autunno è un bel luogo intorno a cui passeggiare, scegliendo piuttosto di pranzare alla Malga Cimiana (tel. 339.8269049), una vecchia stalla trasformata in ristorante (con anche qualche stanza per fermarsi). Da qui chi ama il vino può scendere verso Nogaredo e Isera per godere dell’eccellente marzemino. La tradizione racconta che fosse il vino preferito da Mozart, al punto che nelle scene finali del Don Giovanni al momento del banchetto del commendatore se ne cantano le lodi: “Versa il vino, eccellente marzemino”. Oggi quello di Isera ha guadagnato l’appellativo di marzemino superiore e viene coltivato in 240 ettari di vigneti che disegnano ordinatamente il paesaggio. Per assaggiarlo c’è solo l’imbarazzo della scelta. La Cantina sociale di Isera (via al Ponte 1, tel. 0464.433795) è un buon posto dove acquistarlo a prezzi convenienti e degustarlo guardando i vigneti. Nel centro del paese (da dietro la chiesa si gode una fantastica vista su Rovereto e la val d’Adige, di tanto in tanto guastata dal rumore che sale dall’A22), c’è invece la Casa del vino della Vallagarina (piazza S. Vincenzo 1, tel. 0464.486057) dove si possono comprare le bottiglie dei piccoli produttori privati della zona e cenare con saporiti piatti trentini. E sempre in tema di cibo, merita una visita la Locanda delle tre chiavi (via Vannetti 8, tel. 0464.423721), un ristorante che punta decisamente alla valorizzazione dei prodotti del territorio, con menu degustazione cui abbinare un buon marzemino.

Ma se un fine settimana in salsa agreste è troppo "faticoso" (metti che si gira il vento e fa freddo), si può semprere optare per una visita a Rovereto. E immergersi nell’incredibile vita culturale di questa cittadina di meno di 40mila abitanti. Tra il Mart (le mostre in cartellone in questo periodo sono dedicate a Gino Severini e a “Percorsi riscoperti dell’arte italiana nella VAF-Stiftung 1947 - 2010”,  ma c’è anche la collezione permanente da non perdere), la casa Depero e il museo storico italiano della Guerra (per ora c’è un’attualissima mostra dal marcato carattere didattico sulla Guerra di Libia del 1911) non mancano certo i posti dove stare al caldo e fare scorta di cultura. E a Rovereto ci sono anche una buona dozzina di librerie (sfogliate i cataloghi delle due case editrici locali, Zandonai e Keller, piccoli gioielli dell’editoria italiana), un vivace cartellone di concerti e concertini e qualche buon indirizzo dove cenare (come l’Osteria del pettirosso, corso Bettini 24, tel. 0464.422463; attenzione! è chiusa la domenica). Per un fine settimana d’autunno, basta e avanza.