San Pietroburgo, Pietrogrado, Leningrado... Se ancora c'è confusione sul nome della città, per lo più dovuta agli stessi abitanti che spesso ricorrono ai toponimi di un tempo, si è abbastanza d'accordo circa il periodo ideale per visitarla. A Sankt-Peterburg si è soliti andare d'estate, per paura del freddo pungente che si combatte a suon di bicchierini di vodka, a imitare quelli del posto. Eppure è in inverno, quando le strade e le attrazioni turistiche sono meno affollate, che l'eterna rivale di Mosca può rivelarsi magica e incredibilmente bella.
Fondata da Pietro il Grande nel 1703 e alla guida del Paese tra il 1712 e il 1918, è conosciuta come la Venezia del Nord per i suoi numerosissimi ponti, per gli scenari e gli eleganti palazzi che sfilano lungo i canali creati dalla Neva, fiume che si insinua fin nel centro creando un arcipelago di isolotti.
Se Mosca è la città russa per eccellenza, San Pietroburgo è la finestra sull'Europa, occidentale negli spazi urbani, nei monumenti e, per certi aspetti, negli stili di vita. Pur fortemente pianificata, la città stupisce per le sue contraddizioni, per la variegata e poco ortodossa umanità che ha attirato a sé fin dai primi giorni, per la sua stessa storia di città nata insieme al suo mito, coltivato da letterati e poeti come Puškin, Gogol', Dostoevskij e Tolstoj. Da subito esageratamente animata, adorna di opere d'arte e bellezze architettoniche, comincia a decadere sul finire dell'Ottocento per alcune caratteristiche improvvisamente trasformate in colpe: fenomeni atmosferici inconsueti, spazi urbani fuori dal comune e cittadini stravaganti. La storia ne ha fatto rinascere il mito. Stretta nella morsa della fame e del freddo durante i 900 giorni d'assedio del 1941-42, non ha mai smesso di vivere dal punto di vista culturale.
Oggi San Pietroburgo è una città sensuale, il cui fascino è in buona parte merito dei geniali architetti italiani che qui operarono tra '700 e '800 e di una crescita urbana che, a differenza di Mosca, non ha intaccato il centro storico, riconosciuto Patrimonio dell'Unesco. Dimenticati i tempi delle lunghe code davanti a chioschi e negozi, la “città di Pietro” è oggi la città del consumismo rinato, dei mille contrasti e delle “notti bianche”, delle avanguardie artistiche e delle suggestioni bohemienne.