Presa d’assalto da friulani e giuliani per i casinò, i night-club e i distributori di benzina a prezzi convenienti, questa moderna città fu costruita sul confine con l’Italia a partire dal 1947, secondo criteri funzionalisti. I luoghi di interesse architettonico si trovano al di fuori dell’abitato, fatta eccezione per quei pochi edifici che fino alla fine della seconda guerra mondiale appartenevano a Gorizia, come la vecchia stazione ferroviaria del 1906.
Nel maggio del 1945 le truppe iugoslave occuparono la città di Gorizia, che venne annessa alla Repubblica Slovena; pochi mesi dopo il potere fu assunto dal governo militare anglo-americano, fino alla stipula del trattato di Parigi del 1947, con il quale vennero fissati i nuovi confini lungo la linea ferroviaria della valle dell’Isonzo, assegnando all’allora Iugoslavia la maggior parte della provincia di Gorizia a esclusione del nucleo centrale del capoluogo. Nelle immediate vicinanze in pochi anni sorse la nuova città, il cui sviluppo fu accelerato dall’industrializzazione e dal vivace traffico di confine.