Perduta da tempo la scomoda reputazione di capitale dell'industria pornografica, Copenaghen oggi mette in mostra il suo lato più tradizionale di città a misura d'uomo. Con le sue larghe strade, i marciapiedi spaziosi, il traffico regolato, i rumori ovattati e una pulizia esemplare. E ancora con i suoi giardini, laghetti e parchi. L'unico elemento che la capitale danese sa di non potere modellare a misura d'uomo è il clima, rigido in inverno e spesso piovoso d'estate, argomento prediletto nella conversazione quotidiana, un po' come a Londra.
Passeggiando alla scoperta dei suoi angoli caratteristici non si direbbe che København, oltre che capitale del Paese, sia sede del Governo, del Parlamento, della Corte e il principale polo urbano dell'intera Scandinavia. Al di là di questi ruoli istituzionali, rimane una città incredibilmente alla mano e che si sa divertire, come dimostrano il parco di attrazioni Tivoli, gli innumerevoli caffè, locali e le birrerie che riempiono le vie del centro e che si riempiono a loro volta di giovani provenienti dal rinomato ateneo cittadino.
Si percorre lo Strøget per una sintesi dello spirito della città: negozi di ogni genere e ristoranti esotici a ricordare il cosmopolitismo di Copenaghen, suonatori ambulanti, cori di bambini e violinisti solitari fanno di questa strada un salotto cittadino. Dove non sono i palazzi neoclassici sormontati da guglie e torrette di rame, sono una marea di villette, spazi aperti, laghi e giardini che stimolano a uscire dall'ipnosi della zona pedonale, con i suoi bei monumenti, a pedalare sulla vasta rete di piste ciclabili e a incamminarsi nel verde che è un po' ovunque. E si arriva fino a Charlottenlund, spiaggia libera senza cabine, né ombrelloni, dove crogiolarsi al sole, quando ce n'è. Perché Copenaghen non è solo la gita sui canali, la foto alla sirenetta e una visita al parco Tivoli.
E per scoprirla, per comprenderla davvero, bisogna mescolarsi ai suoi abitanti, alle loro attività, scegliendo i pub danesi anziché i locali internazionali, non avendo paura di sdraiarsi su un prato senza temere il giudizio sociale nel caso si volesse prendere la tintarella un pochino svestiti. Ma rigorosa l'osservanza, anche per i turisti, delle ferree regole sociali che tengono in piedi questa società senza che vi sia un vero e proprio corpo di vigili. Semafori, regole della strada, puntualità, rispetto delle code e la convinzione che anche una insignificante infrazione, se commessa da tutti, si trasforma in anarchia.