Intorno a piazza Caracciolo, che prende il nome dal viceré riformista che nel ’700 regolamentò la vita del mercato (logge coperte, calmiere per i prezzi), il tessuto viario è ancora intatto, così come è immutato il piacere di perdersi tra la via dei Cassari, la via Argenteria Nuova, gli assi portanti del vecchio quartiere della Loggia, oggi conosciuto come La Vuccirìa, per sbucare infine nella piazza Garraffo, dal nome della fontana (gharraf, in arabo abbondante di acque) che ne occupa il centro. Sul lato sinistro della piazza si trova la Mostra marmorea, un'edicola la cui nicchia centrale è occupata dal Genio di Palermo. Nel fitto intreccio di vicoli e strade del quartiere si estende lo storico mercato della Vuccirìa, la cui autentica vita di strada è oggi in corso di trasformazione: i prezzi sono sempre meno popolari e la lunga infilata di baracchini e spacci si sta via via omologando alla standardizzazione commerciale, mentre sono sempre più diffusi i bar, i ristoranti, i locali notturni e gli studi d’artista. Malgrado ciò, la Vuccirìa resta il regno del cibo di strada, soprattutto alla sera, quando dense e odorose colonne di fumo iniziano ad alzarsi dalle griglie unte di grasso degli stigghiolari.