Ai piedi del monte Ingino sorge l’intatta cittadina medievale (di origine romana) che culmina nella scenografica piazza-balconata della Signoria. Tutt’intorno si estendono boschi di faggi e querce, colline e torrenti. In tavola sono rinomati i tartufi bianchi (trifola) e i neri, celebrati in autunno in una mostra-mercato. Diventano protagonisti nei risotti, insieme ai funghi, e nei piatti di carne di selvaggina, coniglio e agnello. Sono di qualità anche i salumi, ma soprattutto i formaggi: dai pecorini stagionati (in fossa, in botti di legno, in vinacce e in foglie di noci) alla caciotta al tartufo (con scaglie del pregiato tubero, bianco e nero, aggiunte alla cagliata). Meritano menzione anche le coltivazioni di legumi e cerali antichi, farro, cicerchie, ceci e lenticchie.