Il toponimo non si riferisce alle disordinate bancarelle di oggi, bensì ricorda i tavoli dei banchieri della Superba, costretti, nei secoli XIII-XIV, a condurre i loro affari in mezzo alla piazza, con tutti i rischi del caso. Ci volle l’intercessione della Madonna, ringraziata per aver fermato una pestilenza, per convincere il Senato della necessità di garantire loro una degna sistemazione. Contemporaneamente alla costruzione della loggia dei Mercanti, il Vannone – in collaborazione con Giovanni Ponzello – curò la sistemazione dell’intera piazza, intervenendo anche sulla chiesa di S. Pietro in Banchi (1572-85), con una formula di autofinanziamento che impose l’insediamento di botteghe al pianterreno. Questo è sormontato da una terrazza su cui sorge il tempio vero e proprio, a pianta centrale, con cupola e tre pinnacoli (il quarto non fu mai realizzato). Gli affreschi in facciata sono di Giovanni Battista Baiardo (c. 1650).