Cappelle Medicee è il nome con cui si indicano la cappella dei Prìncipi e la Sagrestia nuova di S. Lorenzo, luoghi di sepoltura della famiglia Medici. Si entra alle spalle della chiesa, da piazza Madonna degli Aldobrandini.<br>Dalla cripta, che si incontra per prima, si sale alla cappella dei Prìncipi. Lo sfarzoso mausoleo autocelebrativo mediceo, concepito da Cosimo I, fu eretto a partire dal 1604 per volontà di Ferdinando I, su progetto di Matteo Nigetti. L’ambiente, a pianta ottagonale sotto la cupola, ha dimensioni notevoli in altezza e ampiezza, ma anche una certa tetra sfarzosità per i toni cupi dei materiali lapidei e semipreziosi che lo rivestono. Fu per lavorare questi materiali che i Medici istituirono nel 1588 l’Opificio delle Pietre Dure.<br>Nelle nicchie, sopra i monumentali sarcofagi dei granduchi di Toscana, erano previste statue dei prìncipi. Furono realizzate soltanto quelle in bronzo dorato di Ferdinando I (1626-1632) e di Cosimo II (1626-dopo il 1642), entrambe opere di Pietro Tacca, la seconda anche di Ferdinando Tacca.<br>Un corridoio porta alla Sagrestia nuova, capolavoro di Michelangelo e prototipo dell’architettura manieristica. Si chiama ‘nuova’ rispetto a quella ‘vecchia’ di Brunelleschi, quasi invitando a un confronto ideale tra due geni. In realtà, è la cappella funebre della famiglia di Lorenzo il Magnifico, commissionata a Michelangelo nel 1520 dal papa Leone X e dal cugino, cardinale Giulio. Michelangelo vi lavorò fino al 1534, sostituito poi da Vasari e da Ammannati (1554-1555). Le membrature in pietra serena spiccano sull’intonaco bianco, in un inquieto dinamismo tipicamente michelangelesco che si trasmette ai monumenti sepolcrali.<br>A lato dell’ingresso si trova la tomba di Lorenzo il Magnifico e del fratello Giuliano. È un semplice basamento, su cui si ‘alza’ una Madonna col Bambino del 1521.<br>Alla parete destra è invece il monumento a Giuliano duca di Nemours, figlio di Lorenzo il Magnifico, raffigurato come giovane guerriero vestito di corazza. Davanti, sul sarcofago, giacciono le figure del Giorno (a destra), dal volto incompiuto e in ombra, e della Notte (a sinistra), in forma di donna addormentata.<br>Di fronte, il monumento a Lorenzo duca di Urbino (1533) lo rappresenta in atteggiamento pensoso, sopra le statue dell’Aurora (1531) e del Crepuscolo (1531-32).<br>Le figure dei Medici simboleggiano il pensiero e l’azione dell’uomo; le altre quattro, l’inquietante e affannoso scorrere del tempo.