Si tratta di un vasto complesso di edifici sacri dedicati alle divinità ctonie, riferibile ai sec. VI-V a.C. e indagato nel 1928-32 da Pirro Marconi. All'estremità nord sono le strutture più antiche (due «temenoi», recinti sacri con altare interno); tra le altre rovine si riconoscono altari di varia forma e grandezza, basamenti di templi, recinti sacri e numerose fosse o favisse. Al centro dell'area emerge il gruppo di quattro colonne, divenuto simbolo di Agrigento, del cosiddetto tempio dei Dioscuri, periptero esastilo innalzato intorno alla fine del sec. V a.C., restaurato in età ellenistica e distrutto poi da uno dei numerosi terremoti del passato. L'attuale aspetto è stato ottenuto nel secolo scorso, utilizzando anche materiale proveniente da altri templi; la sua ricca trabeazione è di epoca ellenistico-romana, quando fu costruito anche il vicino tempio L, di cui restano molti rulli di colonne e l'altare dei sacrifici.