L’ultima cerchia muraria di Genova fu eretta nel pieno del “Siglo de Oro”: opera ampiamente reclamizzata presso le corti estere e immediatamente assurta a nota saliente nella rappresentazione iconografica della città. La lunghezza complessiva della cinta è di quasi 13 chilometri e disegna un triangolo pressoché equilatero, con il vertice nel forte Sperone. La direzione dei lavori, durati sette anni (1626-33), venne affidata ad Ansaldo De Mari, padre Vincenzo Maculano da Fiorenzuola e Giovanni Baliani, cui fu affiancato, a partire dal 1630, Bartolomeo Bianco. La cerchia, fatta oggetto di modifiche già dopo gli assedi austriaci del 1746-47 e del 1800, che ne avevano rivelato l’inadeguatezza di fronte ai moderni pezzi d’artiglieria, subì ulteriori interventi per mano del Corpo reale del Genio Sardo (1818-40): in particolare, i forti e le altre postazioni furono ristrutturati secondo la tecnica costruttiva piemontese. A partire dalla seconda metà dell’800, le sezioni della cinta più vicine al mare vennero cancellate dall’espansione dell’abitato.