Ampia e frequentata piazza detta il salotto buono di Bolzano, fu voluta dal re Massimiliano di Baviera durante il breve interregno bavarese-napoleonico nel 1808 e in onore del suo fondatore fu chiamata piazza Massimiliano. Dopo il ritorno degli Asburgo, nel 1814, prese il nome dell'arciduca Giovanni d'Austria (Johannsplatz); nel 1901 venne infine intitolata al poeta-trovatore Walther von der Vogelweide (1170-1230), uno dei maggiori poeti tedeschi del medioevo che un'errata tradizione voleva essere nato a Laion, paesino vicino a Chiusa. La sua figura è ricordata dalla statua che troneggia al centro della piazza, opera neoromanica in marmo bianco di Lasa dello scultore venostano Heinrich Natter (1889). La postura della statua, rivolta a sud, era una polemica risposta del governo austroungarico alla statua che Trento irredentista aveva eretto a Dante; nel 1935 le autorità fasciste ne disposero il trasferimento in un luogo più appartato della città e dedicarono la piazza al re Vittorio Emanuele III. Nel dopoguerra il nome di Walther fu ripristinato, ma la statua potè ritornare al suo posto solo nel 1985. Molti degli edifici che circondano la piazza sono stati ricostruiti dopo le devastazioni provocate dai bombardamenti del 1943-45. Sul lato ovest della piazza si affaccia il settecentesco palazzo Campofranco, il cui cortile interno ospita la parte più suggestiva del mercatino di Natale e nelle sere d'estate un bar all'aperto con accoglienti tavoli e poltroncine. Sul lato nord l'Hotel Città (1913) invita nella bella stagione a bere un aperitivo o un caffè seduti ai tavolini all'aperto, ascoltando musica dal vivo. Sul lato est è lo storico Hotel Grifone, famoso per le stanze arredate da artisti contemporanei internazionali. All'angolo di viale della Stazione, l'edificio che ospita l'Azienda di Soggiorno e Turismo è opera degli anni '80 dell'Ottocento di Josef Irschara.