14.11.2010 - Portobuffolé - Connubio riuscito fra Touring bellunese e Pro Loco

Connubio riuscito fra Touring bellunese e Pro Loco. Nel segno di Gaia da Camino s’è srotolata domenica scorsa, una giornata di storia, musica e mistero in uno dei meglio conservati ed affascinanti centri veneti insigniti dal Touring Club Italiano della Bandiera Arancione. Il vessillo altro non è che simbolo di quel marchio turistico-ambientale che fu riconosciuto a Portobuffolè sin dal 2003, prima tornata del progetto che il Touring ha applicato con metodo scientifico avallato a livello internazionale, praticamente in quasi tutte le Regioni d’Italia. Il perché di Portobuffolè Bandiera Arancione sta tutto nel giudizio stilato allora dagli esperti: “La località si caratterizza per una buona accessibilità e per la mobilità interna, per la numerosità e l'alto livello qualitativo delle strutture ricettive che si inseriscono armonicamente nel centro storico, ben conservato e dall'alta qualità architettonica. Distintivo è anche il valore e il grado di tutela e valorizzazione delle risorse ambientali del territorio”. Il marchio, molto selettivo e sottoposto ogni due anni a verifica, continua ad essere segno distintivo di Portobuffolè che, fregiandosene orgogliosamente, ne fa punto di riferimento per le iniziative dirette ai suoi cittadini ed agli ospiti, con un ritorno di popolarità e gradimento in costante crescita. E che le premesse fossero meritate ed obiettive, l’hanno verificato direttamente i 50 soci partecipanti all’appuntamento organizzato dal console TCI Eldo Candeago in collaborazione con Bruno Silvestrin, apprezzato anfitrione della visita guidata, nonché squisito ospite nelle vesti di presidente della locale Pro Loco che ha animato la seconda parte della giornata inserita nel circuito Unpli dei “Misteri”. Se, infatti, la mattinata è servita a svelare le origini romane in località Settimo; l’importanza commerciale della città quale porto (Portus Bufoledi) sul Livenza che da qui inizia ad essere navigabile ed è significato anche dal borgo dei Barcaroli con resti dell’Ospedale dei Battuti e annesso Oratorio (sec. XV); la funzione militare perché sul confine del territorio dei Caminesi col Patriarcato d’Aquileia come dimostrano la Porta Friuli detta il Torresin perché ricavata nel 1513 da una torre mozzata e la Torre Comunale, uniche superstiti delle sette che cingevano il perimetro murato; lo spirito del tessuto urbano rimasto pressoché intatto nelle sue forme cinquecentesche, con le strette calli acciottolate quali via Businello, nota soprattutto per Casa Gaia - l’ edificio duecentesco con eleganti bifore trilobate e porticato ad arcate ogivali, affrescato all’interno e sede all’ultimo piano del Museo del ciclismo dell’alto Livenza ove in una sala campeggiano alcune copertine delle prime riviste del Touring dedicate alla bicicletta, doveroso omaggio all’attuale TCI che prese vita nel 1894 col nome di Touring Club Ciclistico Italiano - le piazze Beccaro - suggestiva e circondata da palazzetti parzialmente affrescati fra i quali spicca Cà Soler, ora casa canonica - Piazza Vittorio Emanuele II detta anche Maggiore dove s’allineano le sedi pubbliche d’età veneta - la Dogana (sec. XVI), il Monte di Pietà (fine ‘400), la Loggia comunale (già Fondaco dei Grani e dei Sali) – e, sul lato corto il Duomo, già sinagoga Ebraica, che nell’interno settecentesco conserva un prezioso organo di Gaetano Callido le cui potenzialità e qualità sonore si sono potute compiutamente apprezzare grazie al breve concerto offerto dal giovane ma già esperto organista Elia. In chiusura della mattinata, il gradito saluto dell’Amministrazione comunale con il vicesindaco Andrea Susana. Il pomeriggio a Portobuffolè è trascorso invece nel ricordo della nobile, illustre e controversa Gaia da Camino. A ricreare l’atmosfera della corte, ripercorrendo fra storia e leggenda la vita di Gaia, da alcuni ritenuta “giovane, bella e costumata” e da altri “nome notorio per tutta l’Italia per le sue dilettazioni amorose”, ci hanno pensato con bravura il Gruppo rinascimentale Gaia da Camino dando vita a scene medievali sul mistero di Gaia, le danze del Gruppo Danza “Carlo V” di Porcia e, gran finale nella Sala del Fontego, l’applauditissimo concerto in costume di musiche d’epoca dei travolgenti musici del “Convito Musicale”.