Si fa presto a dire turisti, specie in agosto. Come se tutti i turisti fossero uguali e come se tutti nella loro meritata vacanza estiva cercassero la stessa cosa. Certo: il riposo, lo svago, il divertimento, la conoscenza, in parti non uguali tutti cercano un mix di tutto questo, ma è il come lo fanno, e il come si relazionano al viaggio che differenzia la diverse tribù dei turisti.
I ricercatori del settore turistico li differenziano in base alla durata del soggiorno, alla tipologia della destinazione, alla capacità di spesa, ma queste sono categorie statistiche, utili a chi lavora nel settore per programmare al meglio la prossima stagione. La sociologia da spiaggia è invece differente.
Mandata per sempre in soffitta l’oziosa e forzosa differenza tra turisti e viaggiatori (siamo tutti turisti, anche quando facciamo cose che fanno in pochi) resta da capire che tipo di turista si è, a quale gruppo si appartiene. Ci sono quelli che si muovono in cerca di avventure, per cui la vacanza è una scoperta sempre nuova e anno dopo anno cercano destinazioni meno visto e meno trafficate, per poterle poi raccontare a casa, magari evitando le serate-diapositive. Ci sono quelli che invece cercano relax e al contrario odiano il cambiamento, per cui “stessa spiaggia stesso mare” non è il verso di una canzone ma un mantra esistenziale. Ci sono i turisti attivi, per cui la vacanza è più che altro una performance per cui la scelta della meta è legata alle attività sportive, a maratone piuttosto che imprese in montagna. E la tribù dei viaggiatori della conoscenza, turisti curiosi per cui ogni partenza è l’occasione per imparare, capire e scoprire nuovi musei, nuovi palazzi, nuove cucine.
Ci sono i turisti del lusso, che non importa tanto dove – mare, montagna, Italia, estero –, ma come: perché se non è a cinque stelle non è vacanza. Cresce infine sempre più la tribù dei viaggiatori pavoni, che scelgono la destinazione in base a quanto sia in voga sui social: e una volta arrivati inondano Instagram e Facebook delle loro fotografie, in un corto circuito turistico mediatico che non giova certo alle destinazioni. Si fa presto a dire turisti, ma ognuno viaggia a modo suo. E per fortuna.