Sommessamente, come è nostro costume, ci eravamo compiaciuti, pochi giorni fa, della decisione del Governo di esercitare il diritto di prelazione e acquisire la proprietà dell’isola di Budelli che poteva essere acquistata (per 3 milioni) da un privato cittadino.
Ci sembrava (e continua a sembrarci) un gesto opportuno, di modesta entità economica ma di grande valore simbolico.
Lo Stato italiano possiede molti edifici e aree di nessuna utilità e importanza strategica, privi di valori storici e culturali che intende vendere e ci auguriamo, venderà al più presto. Se destina 3 milioni per acquisire una proprietà così preziosa e unica fa un piccolo, grande gesto verso una seria riqualificazione del patrimonio pubblico.
Apriti cielo! Sembra, all’improvviso, che quei tre milioni siano diventati l’ultima spiaggia (è il caso di dirlo!), l’ancora di salvezza, l’unica occasione possibile per fare altre cose urgenti e importanti: prima le provvidenze a favore degli alluvionati di Sardegna, ora per ripulire i fondali della Maddalena e fare alcuni interventi sulle aree costiere (che, vista la modesta entità dello stanziamento, ci piacerebbe conoscere in dettaglio).
Esigenza assoluta, necessaria senza dubbio. Il futuro della Maddalena può e deve essere affidato prevalentemente a un corretto (e rispettoso!) piano di sviluppo turistico. Ma era proprio necessario contrapporla così drasticamente all’acquisto di Budelli? Erano proprio quei 3 milioni gli unici possibili, in una Finanziaria così ampia e importante?
A noi questo gesto simbolico è piaciuto e piace ancora. Comunque, pubblica o privata che diventi, ci interessa che Budelli sia rigorosamente protetta e gestita. Comunque si concluda la partita terremo occhi e orecchie in allerta perché ciò sia assicurato.