
Un’importante occasione di confronto durante la quale i partecipanti hanno messo sul piatto la propria esperienza, dando vita a un dibattito che ha visto coinvolte realtà provenienti da ogni parte del bacino padano, ognuna con le proprie peculiarità. Dal Piemonte al Veneto, gran parte degli intervenuti ha individuato come primaria la necessità di creare relazioni, collaborazioni tra più livelli e uniformità dei regolamenti per arrivare a considerare il territorio del Po come un “unicum”. In questo senso, determinanti si rivelano elementi quali il cibo, la cultura, il paesaggio e il turismo, dai quali il Grande Fiume deve ripartire in questa fase post pandemica, nella quale la tendenza è quella di un generale riavvicinamento verso la natura e la sostenibilità.

Il tema “Paesaggi del Po in transizione: sfide e opportunità” è stato trattato dal coordinatore CATAP Sergio Malcevschi, dalla presidente del Comitato esecutivo Parco del Delta del Po Emilia-Romagna Aida Morelli e dal direttore Aree protette del Po piemontese Dario Zocco. Per Malcevschi, “il Po costituisce un’occasione unica per affrontare il tema del rapporto con la natura”, mentre Morelli ha raccontato l’esperienza del Parco del Delta, area con caratteristiche geomorfologiche molto diverse da quelle del corso del Po. Zocco, infine, ha posto l’accento sull’importanza dell’acqua e la sua gestione, elemento fondamentale per il paesaggio.
Tema dell’incontro è stato anche il cibo, come “specchio del Po e dei suoi paesaggi”. Gioia Gibelli, presidente della Casa dell’Agricoltura, ha sottolineato “la diversità delle risorse ambientali e dei paesaggi lungo tutto il Po”, mentre il direttore dei Musei del cibo della provincia di Parma, Giancarlo Gonizzi, ha spiegato che “quando una parola coincide con un prodotto, non si parla più solo di alimentare ma di tutto un territorio. È il caso di Parma, ad esempio, che indica sia una città che un prodotto di eccellenza come il prosciutto”. Renata Lovati ha, invece, portato il contributo di dell’associazione “Donne in Campo Lombardia”, di cui è presidente.
Ultimo tema, quello del turismo come driver di sviluppo sostenibile. “Il settore – ha spiegato Matteo Montebelli, responsabile analisi e ricerche Centro studi Touring Club Italiano – è stato colpito duramente dalla pandemia e le conseguenze a livello internazionale e nazionale sono sotto gli occhi di tutti. Dal nostro Osservatorio Touring rileviamo un forte cambiamento nel modo di fare turismo da parte degli italiani (turismo domestico, di prossimità, mete “minori”, open air) che può rappresentare un “contesto” favorevole e coerente con l’offerta del Po. Questo status quo offre delle opportunità per sviluppare localmente un turismo sostenibile ma occorre agire su alcune leve: perfezionamento dei servizi, valorizzazione degli attrattori, messa in rete degli operatori, definizione di prodotti ed esperienze concrete”. A seguire, il direttore di Destinazione Turistica Emilia Pierangelo Romersi ha sottolineato il forte investimento sul digitale per raccontare l’Emilia e le sue eccellenze, mentre il direttore dei Castelli di Parma, Piacenza e Pontremoli Maurizio Pavesi ha illustrato i dati turistici dei castelli che si rivelano in linea con il periodo pre-pandemia.

Le conclusioni sono state affidate a Fernanda Moroni di AdbPO. “Questo incontro – ha spiegato – rappresenta un punto di partenza importante. Abbiamo davanti la grande sfida del PNRR e per arrivare pronti ben vengano utili occasioni di confronto come questa tra soggetti che intendono prendersi cura del fiume Po”.
INFORMAZIONI
La registrazione dell'incontro è disponibile sulla pagina Youtube di PoGrande MAB Unesco.