La parola glifosato non vi dirà nulla. Ed è normale. Neanche a guardare con la lente d'ingrandimento sulle etichette dei prodotti che ogni giorno acquistiamo al supermercato lo trovereste. Eppure in dosi infinitesimali e variabili è presente ovunque. Il glifosato infatti è l'erbicida più usato al mondo. Persone, piante e animali sono esposte in tanti modi al “glifosato” e ai prodotti commerciali che lo contengono. Oltre che in agricoltura è ampiamente impiegato dagli enti pubblici per la pulizia dei margini stradali, delle massicciate ferroviarie e dei binari ed è presente anche nei prodotti utilizzati per il giardinaggio. Peccato sia classificato dall'Organizzazione Mondiale per la Sanità come “probabilmente cancerogeno”.
LA PAROLA ALL'UNIONE EUROPEA
Il Comitato permanente per i prodotti fitosanitari dell'Unione Europea tra oggi e domani dovrebbe discutere se rinnovare o meno l'autorizzazione all'uso del glifosato sul suo territorio per i prossimi 15 anni. Per questo il Touring Club Italiano e altre 31 associazioni ambientaliste e dell’agricoltura biologica italiane hanno inviato un appello ai Parlamentari europei con la richiesta di una attenta verifica sulle metodologie adottate dall’Efsa per valutare la pericolosità del glifosato per l’ambiente ed i suoi possibili effetti negativi sulla salute umana.
L'APPELLO DELLE ASSOCIAZIONI
Un appello che in parte è già stato recepito dal ministero delle Politiche Agricole e dal ministero della Salute, che si sono schierati contro il rinnovo dell'autorizzazione. Una posizione che a livello comunitario è già stata fatta propria dalla Francia. Il ministro delle Politiche Agricole Martina ha comunque annunciato che, a prescindere da quel che sarà stabilito a Bruxelles, l'Italia adotterà un “Piano nazionale glifosati zero” che prevede un monitoraggio sui residui di questo erbicidi e delle limitazioni al suo utilizzo.
IL PARERE DEGLI SCIENZIATI
Tutta la questione ruota intorno alle valutazioni contraddittorie sulla pericolosità dell'erbicida presentate dai diversi Istituti ed autorità competenti. Il parere dell'Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) sulla pericolosità del glifosato ha smentito la valutazione dello Iarc (Istituto per la ricerca sul cancro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità) che aveva definito, nel mese di marzo 2015, il diserbante come probabilmente cancerogeno per l’uomo.
Il parere dell’Efsa è stato contestato, oltre che dallo stesso Iarc, da una rilevante parte del mondo scientifico internazionale e dalle Organizzazioni non governative europee impegnate nella difesa dei consumatori e dell’ambiente, perché l’Agenzia europea non avrebbe tenuto in considerazione numerosi studi scientifici pubblicati da riviste internazionali, ma basato la sua valutazione essenzialmente su studi in gran parte mai pubblicati, forniti principalmente dalle stesse multinazionali che producono e commercializzano il glifosato. La parola glifosfato non vi dirà nulla, ma è meglio che iniziate a conoscerla.