Quando sei quasi sicuro di conoscere l’Alto Adige abbastanza bene, ecco che scopri Falzes, in Val Pusteria, con la sua piana assolata e tranquilla, i campi coltivati che sembrano disegnati da un pittore amante della perfezione, gli allevamenti in stalle antiche ancora in paese, i sentieri semplici tra boschi fitti ed estesi, il lago naturale per ritemprarsi e allora, ti rendi conto che no, l’Alto Adige non lo conosci fino in fondo. Riserva sempre sorprese.
Così non rimane che aggiungere anche Falzes e la frazione di Issengo alla peraltro già lunga lista di località piccole e piccolissime della provincia di Bolzano dove riparare per ritemprarsi, godere del paesaggio e dello spazio.
Per arrivare in paese bisogna lasciare la statale 49, la Pustertal Staatsstraße – quella che da Varna arriva fino al confine austriaco di Prato alla Drava – e imboccare la Strada del Sole, per Terento e Falzes. Il Comune si trova intorno ai mille metri d’altitudine e il paesaggio sembra un misto tra l’idillio alpino engadinese e quei quadri fiamminghi che rappresentavano il mondo del Cinquecento al lavoro, spesso all’ombra di un castello o di un campanile che sfida il cielo con il suo tetto a punta. Insomma, quasi troppo perfetto per essere vero. E invece.
Di suo Falzes ha quasi tremila abitanti sparsi in quattro frazioni, due castelli severi e mimetizzati nei boschi, diverse centinaia di mucche, hotel per tutte le tasche (dai lussuosi quattro stelle superiore alle sistemazioni nei masi Gallo Rosso), una dozzina di sentieri per tutti i livelli di allenamento (dagli anelli in piano alle alte vie sulle vette), un lago balneabile, un parco avventura (il Parco Avventura Kronaction, il più grande di tutta la provincia con decine di percorsi in cui si cammina imbragati tra le fronde, trampolini, un Bungee-Trampoline e un albero di 20 metri dove si fa palestra di antica arrampicata), alcuni ottimi ristoranti che non pensi si possano concentrare in un paese tanto picciolo e una manciata di chiese piazzate come segnavia sul territorio.
Tra queste c’è la Chiesa di S. Valentino, una costruzione tardogotica abbastanza tipica, con un portale a sesto acuto, finestre a ogiva e una volta stellata, e begli affreschi alle pareti, dentro e fuori. Ma forse l’aspetto più bello è la posizione, nel bel mezzo di un campo, a qualche chilometro dal paese, con una corona di alberi a dare intimità al tutto. Oppure la Brunnenkapelle, l’antica cappella della fonte costruita a fianco alla chiesa di Haselried. Racconta la storia che Jakob Kofler che lavorando in campagna finì sotto un carro pieno di fieno, si salvò e decise di edificare una cappelletta come ex voto. Cappella costruita sopra una fonte e abbellita di immagini di S. Giovanni Battista, fonte miracolosa si diceva un tempo, grazie a cui si ritrovava la vista, o così almeno credevano i tanti che venivano fin qui, al limitar del bosco in pellegrinaggio. Ora di pellegrini non se ne vedono più, ma la chiesa e la cappelletta sono una delle tante scoperte che si possono fare camminando per le campagne intorno all’abitato di Falzes.
In estate molti salgono fino a Falzes per immergersi nel lago naturale di Issengo, che funziona come una piscina con orari, biglietto d’ingresso, bagni e ristoranti solo che è appunto un lago naturale, uno dei numerosi biotopi dell’Alto Adige. Altri a Issengo vengono per andare a mangiare da Tanzer, il ristorante gourmand della famiglia Baumgartner.
Ristrutturato da qualche anno, l’hotel Tanzer è una struttura interamente rivestita di larice che si trova in centro paese, tra un fienile e davanti alla chiesa di cui il capofamiglia Hans ogni mattina apre la porta con una chiava pesante e antica, mentre le chiavi del ristorante sono ora in mano ad Hannes, il figlio divenuto capocuoco, che ha deciso di innovare la robusta tradizione pusterese portata avanti per decenni dal padre con un tocco di esotismo, che guarda all’Asia e anche al Mediterreaneo. Così il ristorante è finito tra i migliori ristoranti dell’Alto Adige della Guida Gault Millau, un nome che per gli italiani non vuol dire molto, ma che nel mondo di lingua tedesca è la guida per mangiare bene.
Le chiavi dell’ospitalità di Tanzer invece sono in mano alla signora Christl che gestisce una ventina di camere all’interno del grande maso da cinque generazioni occupato dalla famiglia Baumgartner. Come nella miglior tradizione altoatesina l’hotel è interamente a conduzione famigliare, con la figlia Melanie alla reception e il genero Michael in cantina, a consigliare i clienti sulla scelta di vini altoatesini da abbinare al cibo. Il resto lo fa il contesto: i prati appena oltre la strada; capre, mucche e galline tutto intorno, la vista del Plan de Corones verso oriente e sullo sfondo le Dolomiti di Sesto. Quando pensi di conoscere a sufficienza l’Alto Adige, che è quasi giunta l’ora di cambiare destinazione, c’è sempre una frazione che ignoravi che ti fa cambiare idea.

INFORMAZIONI
- Sito web www.suedtirol.info
- Hotel Tanzer: www.tanzer.it