Ogni giorno che Allah manda in terra, il sole sull’Oman sorge dall’orizzonte ondulato di Ras al Jinz e in poche ore si infiamma come paglia per incendiare la penisola arabica, fino a mitigare i suoi ardori alle latitudini della vecchia Europa.
Siamo prossimi al punto più a est della penisola arabica. Tra deserti, mare, oasi, porti antichi il Sultanato dell'Oman sembra quasi sfidare il tempo accucciandosi ai bordi del Golfo Persico, del mare di Oman e del mar Arabico, sperando che pochi si accorgano di quanto sia bello, fascinoso, a tratti imperscrutabile.
Una destinazione con un potenziale attrattivo enorme, dove poter viaggiare sicuri, senza essere inseguiti dai titoli del giornali, dai cliché della vox populi, dalla sana paura come dai meno salutari pregiudizi che spesso fanno riporre la valigia in un armadio e mettere nel cassetto il sogno di partire per Medio-Oriente o Maghreb.
L'alba dalle coste omanite
I DUE SOLI DELL’OMAN
Aeroporto di Muscat. Già dagli scorci iniziali dello scalo della capitale, subito dopo il check-passaporti si intuisce tra gli spazi una presenza costante: su manifesti cotti dalla luce e dal vento, su gigantografie patinate appena incollate, in bassorilievo sui souvenir simil-argento che incrociamo prima di passare dai 19 gradi indoor ai 39 che ci annunciano un buongiorno bruciante e umido. Questa presenza - il "secondo sole dell'Oman" - ci seguirà durante il viaggio, come oggetto di discorsi, come motivo di orgoglio patriottico e più semplicemente come riferimento per capire qualcosa di un paese per molti ancora “in ombra”.
Si deve tornare al 1970. In uno di quei colpi di stato senza rivoluzioni, al profumo di incenso si direbbe qui, l’ultimo discendente della dinastia Al Bu Sa Idi disarciona dal potere il padre e apre la via a quella che nel “corno d’Arabia” è conosciuta come “la rinascita”, da declinare in voglia di modernità. Il secondo sole dell’Oman si chiama Qaboos Bin Said. È il sultano che come un funambolo ha condotto fino ad ora il suo Paese a uno stile di vita accettabile evitando strappi laceranti e soprattutto guerre dentro e fuori confine nella polveriera araba.
Come? Mettendo un limite alle ingerenze esterne, praticando il neutralismo con vicini turbolenti ed esibendo al proprio interno una moderazione che ha imboccato una “terza via islamica”, l’Ibadismo: corrente che si potrebbe tradurre in una associazione tra Islam moderato e orgoglioso attaccamento alle radici e alle tradizioni, in qualsiasi forma si declinino. Lo sfoggio di benessere e ordine sembra essere tangibile già durante i primi chilometri di un viaggio che traccerà nel suo insieme un "piccolo" anello di 2000 chilometri quadrati nell’enormità dei 310 mila chilometri quadrati che misura l'Oman nella sua interezza.
MUSCAT, PRIME ISTANTANEE DI BENESSERE
Saliamo sulle 4x4 e dai finestrini scorrono le prime inquadrature di Muscat: aiuole a raso, prati all’inglese, segnaletica impeccabile, arredo urbano da manuale di architettura di esterni e fontane scroscianti che contrastano con l’ocra e i marmi sparsi tra i palazzi. Grattacieli? Niente. Vetro e cemento? Nemmeno.
Vero è che la fantasia delle archistar qui si è arrestata con la picchiata del prezzo al barile del petrolio, ma ancor più è vero che il rispetto dell’architettura tradizionale omanita è uno dei tratti più evidenti del tessuto urbano. Nel Sultanato nessuna costruzione può superare i 91 metri di altezza del minareto della Grand Mosque, lo dice un editto del Sultano, e lo scarto con le “astronavi” di Doha o Abu Dhabi impressiona.
La porta di accesso  Muscat, capitale dell'Oman
L’IMPORTANZA DI ESSERE YOUNIS
I valori tradizionali non si traducono solo sulle facciate dei palazzi. Anzi, a darne completa fisicità è in prima battuta una faccia, quella di Younis, ragazzone dai modi pacati che insieme ad Adel (incontenibile poliglotta tunisino) ci farà da guida durante il nostro viaggio.
Un omanita in Oman non può inseguire le mode, deve incarnare i valori di un popolo in tutto. Dall’abbigliamento al cibo, dal fumo all’alcool, fino ai piccoli gesti di tutti i giorni, che si traducono in una gentilezza non ostentata.
Come Younis, così tutti gli uomini omaniti parlano con il corpo e i loro vestiti. Gli uomini non escono mai in pubblico senza la dishdasha e un kumar sul capo.
La dishdasha è una tunica elegantissima e minimale lunga fino ai piedi che risalta la fisicità importante dell’omanita medio. Nessun orpello, niente svolazzi, a parte un piccolo nodo che profuma di incenso.
Il dress code non segue l’abito, ma il suo colore. Dal bianco, sfoggiato nelle occasioni ufficiali, si passa ad altre tinte monocolore per il dopo lavoro, il divertimento e le uscite in famiglia.
Le donne seguono altre tradizioni: si indossa l’Abeyya, una lunga tunica nera. Braccia gambe e capo sono sempre coperti, anche se sulla costa, specialmente a Muscat, qualche short si intravede sotto il vestito, un piccolo segnale, ma indica che anche l’Oman è a un bivio.
UN PAESE DA SCOPRIRE, UN FUTURO DA SCRIVERE
Lo sanno gli omaniti, lo sanno i workers pachistani, indiani, della malesia e dell’est europeo, lo sanno gli imprenditori, gli investitori, gli albergatori, gli uomini delle istituzioni e lo sa la gente che vorrebbe che nulla cambiasse, o forse sì.
Qaboos Bin Said è malato. Il sultano della modernità sta per lasciare il suo Paese e non ha discendenti maschi. Una grave malattia non specificata è statata diagnosticata in Germania nell'estate del 2014, e una busta con una indicazione autografa del Sultano per indicare un successore è in un cassetto chiuso a doppia mandata, in Oman. E anche se gli esperti non si aspettano grandi rivoluzioni dopo la sua dipartita, il “rinascimento” è tutt’altro che concluso, soprattutto nelle ambizioni delle giovani generazioni.
Ma per capire di più, abbiamo viaggiato, ascoltato di più, cercando di scrutare il volto autentico di un Paese che proveremo a raccontare nella sua bellezza e nelle contraddizioni dedicando i prossimi articoli alla natura mozzafiato, alle testimonianze intatte di una storia antichissima, agli stili di vita e all'accoglienza di un popolo affascinante.
PER SAPERE TUTTO SULL'OMAN
Informazioni pratiche, contatti e approfondimenti sull'Oman si trovano sul sito ufficiale del Sultanato dell'Oman: www.omantourism.gov.om.
IN OMAN CON I VIAGGI DEL TOURING
Il prossimo 21 ottobre 2018 è in programma una partenza alla scoperta dell'Oman con i Viaggi del Club, i viaggi realizzati da Touring Club Italiano in collaborazione con Quality Group. Si tratta di 9 giorni e otto notti "Tra mare e deserto": una bellissima occasione per scoprire il Paese arabo! Scopri l'itinerario e tutti i dettagli sul sito www.viaggidelclub.it!