Non c'è dubbio: l’enogastronomia è una risorsa sempre più importante per il turismo e negli ultimi decenni ha assunto una rilevanza tale da essere considerata come uno degli elementi fondamentali di un viaggio. Il turismo enogastronomico non solo permette di ampliare il periodo dell'offerta e di promuovere piccoli borghi e aree meno conosciute, ma favorisce anche lo sviluppo economico, sociale e culturale di un territorio. In questo senso la Regione Toscana è stata lungimirante cominciando oltre 20 anni fa a dedicare attenzione a temi quali la produzione locale, il biologico, la stagionalità e la sostenibilità (perché sostenere il territorio significa prendersene cura e tutelarlo). 

È nato così "Vetrina Toscana", un progetto di marketing territoriale realizzato dalla Regione e da Unioncamere Toscana che unisce turismo, commercio e produzione agricola attraverso il “saper fare” di ristoranti e botteghe che diventano veri e propri ambasciatori del territorio. Oltre 1000 ristoranti, 320 botteghe e più di 300 produttori vanno a comporre la più grande rete regionale italiana di questo genere. A premiarla anche la Commissione Europea, che segnala Vetrina Toscana come “storia di successo” per aver saputo promuovere le specialità enogastronomiche locali con un marchio comune ed eventi che uniscono il cibo alla cultura, al turismo e al commercio al dettaglio e per aver messo a disposizione del progetto una strategia di comunicazione “ad hoc”, sia tradizionale che digitale. 

A fare il punto sul progetto martedì 29 giugno si è svolto “Vetrina Toscana: in viaggio con il gusto”, un convegno presso la Limonaia del Museo Stibbert a Firenze cui hanno partecipato numerosi esperti del settore. 
Roberta Garibaldi, Professore di Tourism Management e Presidente dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico, ha fatto un'analisi quantitativa e qualitativa dei viaggi del gusto nel Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano 2021, in cui si evince che il 71% degli Italiani considera l’offerta enogastronomica di un luogo determinante nella scelta della meta di un viaggio
Matteo Montebelli, Responsabile Ricerche e Pubblicazioni del Centro Studi del Touring Club Italiano, ha evidenziato come il settore ristorativo e delle produzioni agroalimentari stia sviluppando sempre più la consapevolezza di essere parte integrante della filiera turistica con un ruolo da protagonista e non più come mero fornitore di un servizio “accessorio”.
- Mirko Lalli, CEO & Founder di The Data Appeal Company, ha illustrato il risultato di un'indagine sulla percezione online dei ristoranti aderenti a Vetrina Toscana che conferma che la loro reputazione è molto alta e genericamente leggermente superiore alla media dei ristoranti toscani, soprattutto in quei cluster di analisi legati all'identità del territorio e della tradizione enogastronomica toscana.

 

Tra le novità di Vetrina Toscana di quest'anno, oltre alle collaborazioni con vari enti territoriali italiani e alle campagne di comunicazione previste per l'autunno, la formulazione di un decalogo che esprime la convinzione a rispettare e promuovere la Toscana e la sua storia culinaria. Fino ad oggi per entrare a far parte di “Vetrina Toscana” occorreva sottoscrivere un disciplinare; l'adesione attraverso la sottoscrizione di un manifesto di valori fa prevalere ora la scelta etica e di identità territoriale. Eccolo:
 
1. I nostri piatti rappresentano una cucina autentica, che esalta la tradizione regionale. La Toscana è un brand, che arricchisce il nostro lavoro.
2. Il cibo racconta le nostre storie. I nostri piatti e i nostri prodotti sono una leva importante del turismo: quando mangio desidero capire dove sono. 
3. Il cibo ha una valenza anche sociale ed ambientale: si rispetta e non si spreca.
4. L'utilizzo dei prodotti del territorio sostiene l'economia locale e crea un modello circolare virtuoso.
5. La natura si rispetta e non si forza: si cucina secondo la stagionalità.
6. Accogliere è un arte: è un modo di essere, una forma di rispetto per chi entra in contatto con noi.
7. La tipicità offre al visitatore una garanzia di genuinità e sancisce il legame con la nostra identità territoriale.
8. Il paesaggio è un bene comune e va tutelato. Preferiamo prodotti biologici o ad agricoltura integrata, di filiera corta. Più il prodotto è locale, più il sapore arriva integro nel piatto: si inquina di meno.
9. L'ambiente che ci circonda, la cultura, la storia, i prodotti sono un unicum: la nostra ricchezza. Ci contraddistinguono e ci rendono ciò che siamo.
10. La qualità è un valore.

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