Forse ci siamo. Il Natale 2013 sarà ricordato nella storia di Milano anche per l’inizio effettivo dei lavori che fanno parte del progetto “Grande Brera”. Ad annunciare lo stato dei lavori, lunedì 16 dicembre, a un anno dalla presentazione del progetto, sono stati Massimo Bray, Ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Caterina Bon Valsassina, Direttore Regionale per i beni culturali e paesaggistici della Lombardia, e Margherita Guccione, Presidente della Commissione aggiudicatrice gara Palazzo Citterio.

ANNI SETTANTA. La vicenda è complessa: il progetto muta nome svariate volte nel corso di decenni e solo oggi sembra aver raggiunto una sua forma. Si parte con l’idea di rimodernare l’Accademia di Brera e la sua collezione già nel 1972, ovvero da quando lo Stato acquista il settecentesco Palazzo Citterio in via Brera 12-14. Da allora il soprintendente in carica Franco Russoli inizia a concepire l’idea di una Grande Brera: pensa cioè di trasformare l’Accademia in un museo moderno, dotato di servizi adeguati e di spazi per ospitare le collezioni del Novecento. Dopo di lui diversi sono gli attori che cercano di rimodernare Brera, come Carlo Bertelli (subito dopo Russoli) che porta avanti l‘idea che Palazzo Citterio dovesse diventare la sezione moderna e contemporanea della Pinacoteca. Nel 1984 Bertelli vi realizza una mostra monografica di Burri, ma i lavori non proseguono oltre.

GLI ULTIMI DECENNI. Tra il 1989 e il 2001, il progetto Stirling&Wilford sposta il baricentro d’interesse da Palazzo Citterio al giardino dello stesso, idealmente collegato attraverso l’Orto Botanico e via Fratelli Gabba alla Pinacoteca e a tutta la città. Poi si arriva, nel 2005-2009, al progetto “Brera in Brera”, che destina Palazzo Citterio all’Accademia di Belle Arti la quale, in cambio, avrebbe ceduto alla Pinacoteca parte degli spazi attualmente occupati. Eppure nulla accade e si arriva ad una nuova data: 19 luglio 2010. Il Ministro per i beni e le attività culturali, il Ministro della Difesa, il Ministro dell’Istruzione e il Sindaco di Milano decidono che l’Accademia di Belle Arti riceve le Caserme Magenta e Carroccio in via Mascheroni a Milano (per i non milanesi, è uno spazio lontano da Brera, in zona Conciliazione/Pagano, ndr), per realizzarvi un Campus didattico. Ecco nata l’idea della “Grande Brera”. In cambio, a conclusione della progettazione e dei lavori per il nuovo campus, l’Accademia avrebbe ceduto alla Pinacoteca alcuni spazi al pian terreno del Palazzo di Brera.

IL FINANZIAMENTO. Nel 2012 arriva il primo cospicuo finanziamento per realizzare il campus: l’allora Ministro per i Beni e le Attività culturali Lorenzo Ornaghi stanzia 23 milioni di euro per l’avvio del progetto Grande Brera. L’intera operazione costerà sui 108 milioni, ma oggi sono state individuate e annunciate le priorità non rinviabili almeno per cominciare, quali la messa in sicurezza dei tetti di Brera, il restauro e l’adeguamento di Palazzo Citterio alla nuova futura destinazione museale (raccoglierà le collezioni del Novecento della Pinacoteca, quelle grafiche e fotografiche e avrà sale per esposizioni temporanee), più l’inizio dei lavori nelle Caserme di Magenta e Carroccio nel comprensivo militare di via Mascheroni. Entro i prossimi due anni questi primi interventi definitivi dovrebbero essere conclusi (in particolare i tetti e il restauro di Palazzo Citterio).

LA MOSTRA nel 2014. All’insegna della trasparenza, tutti i progetti concorrenti saranno esposti e pubblicati per farli conoscere al pubblico interessato: già in questo prossimo gennaio 2014 la Triennale cede i suoi spazi per realizzare una mostra che illustrerà la sintesi di tutti i progetti pervenuti, coinvolgendo così la città di Milano nella creazione della Grande Brera (la mostra sarà accompagnata da un catalogo Skira).