Lessinia, cimbri, monte Purga e monte Stozè, valli di Squaranto e d'Illasi. C’è di che disorientare anche un appassionato di geografia nell’imbastire le coordinate di Velo Veronese, 801 abitanti sistemati a poco più di mille metri con ampia vista sulla pianura. Un vero e proprio balcone panoramico che merita una notorietà più ampia di quella che gli riserva il cosiddetto turismo di prossimità, ovvero le gite fuori porta di veronesi e mantovani.

Già perché il luogo ha una sua Storia, come documenta il fatto che col nome di Veljie-Feld facesse parte dei comuni cimbri della provincia di Verona insieme a Selva di Progno (Prugne), Badia Calavena (Abato), Roverè Veronese (Roveràit), Bosco Chiesanuova (Nuagankirchen), Erbezzo (Bisan), San Mauro di Saline (San Moritz, Salain), Cerro Veronese (Cire), parte di Sant'Anna d'Alfaedo. Chi erano i cimbri? Secondo la tesi più recente si tratterebbe di popolazioni germaniche provenienti da un'area dipendente dal monastero di Benediktbeuern al confine tra Baviera, Svevia e Tirolo, qui migrate a partire dalla metà del X secolo. E la Lessinia? Questo stesso sito, come ovviamente le guide del Touring, può rappresentare una fonte di spunti per tutti i gusti.

Merita invece qualche riga ad hoc una possibilità di sosta (e non solo) a Velo Veronese: è la locanda Viaverde, nata dall’iniziativa di una famiglia dalla lunga esperienza in fatto di produzione casearia. Il risultato è un’accogliente casa in pietra con stanze alla portata di gran parte delle tasche (camera doppia a 35 euro, 10 euro per la mezza pensione), un originale ristorante su due piani ricavato nel tetto dell’edificio, e un negozio di prodotti tipici dove evitare l’assaggio del formaggio Dop Monte Veronese è sinonimo di mancare di rispetto all’ospite. E i biscotti cimbri di Erbezzo sono un goloso omaggio alla storia locale.