Il Touring Club Italiano sostiene Va' Sentiero, il progetto di tre ragazzi che da maggio 2019 percorrereranno tutto il Sentiero Italia. Alla pagina www.touringclub.it/vasentiero tutti gli articoli dedicati al cammino, con resoconti settimanali e approfondimenti sulle varie tappe. Seguite anche voi Va' Sentiero, partecipate a una tappa e condividete i contenuti!

Basta guardare le foto di questa pagina per capire che finalmente l'estate, per i ragazzi di Va' Sentiero, è arrivata. Sembrano un ricordo lontano le piogge del Friuli Venezia Giulia, le nebbie sui crinali, gli alberi che timidi mettevano fuori le prime foglie. Ora boschi e vette splendono al sole, gli animali fanno capolino tra i prati, i torrenti scorrono impetuosi... "Non avevo mai visto così tanta acqua a fine giugno" racconta Yuri "deve aver piovuto proprio tanto - e aver fatto proprio tanto freddo...". In poche parole, la spedizione di Yuri, Giacomo, Sara e amici è entrata nel vivo della bella stagione. E l'ha fatto mettendo piede in Lombardia: avevamo lasciato il gruppo, nella sesta parte del racconto, a Peio, nella trentina val di Sole; ora è tempo di varcare il confine e sbarcare nella regione della Rosa Camuna, dove il Sentiero Italia tracciato dal Cai percorre un lunghissimo tratto di Alpi (si prevede che i ragazzi passeranno in Piemonte solo a inizio agosto, dopo un mese di camminate lombarde).

Prima di partire, però, una parentesi gastronomica - che non poteva essere raccontata se non dal cambusiere del gruppo, Francesco. "A Peio abbiamo fatto visita all'azienda agricola di Riccardo Casanova, che ha lasciato il suo lavoro di tecnico forestale per mettersi a produrre formaggi: oggi ha 40 vacche brune alpine, con cui produce il casolet, formaggio tipico della Val di Sole, a pasta morbida, occhiatura rada, poco stagionato, buonissimo! Riccardo ci ha raccontato che il casolet è stato recuperato anche grazie a un presidio SlowFood. E ci ha mostrato la latteria turnaria, così chiamata perché gli allevatori un tempo facevano a turno per produrre il formaggio".  

Le mucche in realtà a Peio non c'erano: si trovavano tutte in alto, anche loro, finalmente. Ma Riccardo è tra quelli che pensano ancora che il latte delle mucche allevate in alpeggio sia migliore di quello proveniente dalle stalle? "Certo" spiega Francesco "lui sostiene che grazie al movimento e alla vegetazione di cui si nutrono, come l'erba medica, la caseina aumenti e di conseguenza anche il gusto del latte. Certo, poi la produzione è molto minore rispetto alle vacche di allevamento - 8-9 litri a mungitura contro 25 - ma vuoi mettere il sapore del formaggio?". 

LARICI E TRINCEE
Via, si parte. Una tappa definita da tutti bellissima ha portato i ragazzi da Peio alla Forcella del Montozzo e al rifugio Angiolino Bozzi: siamo non lontano dal passo del Tonale. "Avevamo un cicerone d'eccezione, Giorgio, un ragazzo di Peio che ci ha fatto scoprire malghe e cascate. E ci ha raccontato storie incredibili, come quella del malgaro che ogni giorno si faceva cinque o sei ore di cammino per andare a trovare la morosa al rifugio...". Intorno, una natura potente: Yuri ricorda soprattutto il lago di Piampalù "bellissimo, nonostante sia artificale, con i larici che scendono fin sulle rive: immagina lo spettacolo quando diventeranno gialli, in autunno...". Anche neve, sul percorso, ma a parte un piccolo incidente capitato a Sara - che non riusciva più a sollevare la gamba sprofondata nel ghiaccio - il gruppo non ha mai avuto particolari problemi. 

Come già in tanti altri luoghi attraversati da Va' Sentiero, anche sull'Adamello non mancano i ricordi di guerra. "Impressionanti le trincee della Guerra Bianca" racconta Francesco "chiamata così perché si svolse tutta ad alta quota, durante il 1915-1917". Il rifugio Bozzi si trova proprio in mezzo a queste trincee e a ricordare le tante, complicate, assurde battaglie tra italiani e austroungarici c'è anche un piccolo museo. 

"È un luogo molto bello, che consigliamo a tutti" spiega Yuri "anche per la simpatia e l'energia della signora Monica che lo gestisce da anni: pensa, lei viene da Cuneo, all'inizio non le è stato facile farsi accettare da queste parti... ma poi, grazie al dialogo e alla passione, è riuscita a farsi apprezzare da tutti". La foto di gruppo qui sotto ritrae parte del gruppo proprio con Monica, oltre che con Emanuela, l'ex presidente del Cai di Ponte di Legno, che è arrivata a sorpresa la sera per incontrare i ragazzi di Va' Sentiero. Come vedete, insieme agli umani non mancavano neppure i rappresentanti della razza canina...

PIZZOCCHERI E GHIACCIAI
Il giorno successivo, parte del gruppo ha camminato verso la Valle di Viso, ormai nel parco nazionale dello Stelvio, dove ha incontrato un altro produttore di formaggi (qui i nomi sono diversi: il dop della Valle Camonica si chiama silfer "ed è molto più stagionato del casolet" spiega Francesco). A Case di Viso, in particolare, i ragazzi hanno trovato "una località pittoresca dove sono state mantenute e valorizzate le antiche abitazioni contadine" racconta Sara. E non è mancato neppure un pranzo a base di pizzoccheri (poteva essere diversamente?) offerto con grande gentilezza da Andrea Bulferetti all'Albergo ristorante Pietra Rossa a Sant'Apollonia. Tutti concordano sulla squisitezza... anche se poi le gambe non marciavano così spedite come la mattina!
 

Yuri e altri amici invece hanno proseguito verso il passo del Tonale, in un sentiero spettacolare costruito all'interno delle trincee. "Il panorama era bellissimo" ricorda, "da un lato lo Stelvio, con le sue rocce consumate, metamorfiche; dall'altro il granito dell'Adamello, con le sue tonalità lucenti". Certo, arrivare al Tonale dopo tanto splendore non può lasciare indifferenti... "Siamo rimasti un po' spaesati, con quei grattacieli che sono proprio un pugno nell'occhio... anche se è stato comunque emozionante visitare l'ossario, me lo ricordavo come un luogo enorme, ma era soltanto perché ci venivo da ragazzino... mi sono sentito un po' vecchio!". 

A Ponte di Legno i ragazzi di Va' Sentiero hanno osservato un giorno di pausa, accolti e coccolati dalla sezione del Cai locale: in particolare dal presidente Corrado, dal socio onorario Marcello e da altri amici. "Siamo andati a visitare il ghiacciaio Presena, nel gruppo della Presanella" spiega Giacomo "una lingua di ghiaccio tra i 2700 e i 3000 metri che si sta inesorabilmente sciogliendo, come tante altri sulle Alpi.... qui, soprattutto per proteggere la parte interessata dalla pista da sci, in estate lo proteggono con teli bianchi, in modo da impedire che i raggi lo scalfiscano. Ma è impressionante vedere i crateri ai lati della lingua, dove fino a poco tempo fa c'era soltanto ghiaccio...".

PASSI E STAMBECCHI
Come se fossimo al Giro d'Italia, da un passo si prosegue verso un altro: dopo il Tonale è la volta del Gavia, che proprio a maggio aveva visto la grande corsa ciclistica dover cambiare itinerario a causa della troppa neve ancora presente sul valico. "Quando ci siamo passati si stava ancora sciogliendo alla velocità della luce" ricordano tutti. E il paesaggio, come potete vedere dall'immagine qui sotto, era fantastico: neve, prati gialli, cielo blu con nuvolette bianche. Un panorama da ricordare, a quota 2621 metri, sullo spartiacque tra alta Valcamonica e Valtellina.

In direzione lago Nero, poi, ecco l'incontro con gli stambecchi, molto vicini alla strada che va al passo di Gavia. "Ne abbiamo avvistati tre e abbiamo deciso di arrivare al passo provando ad avvicinarli, arrampicandoci sul pendio vicino alla strada" racconta il videomaker Andrea. "Mi ha stupito di quanto fossero tranquilli... stavano cambiando il pelo, erano tutti giovani, non c'era nessun "sultano" con le corna lunghe. Poi in realtà salendo  abbiamo scorto anche altre famiglie che giocavano sulla neve, i piccoli si rotolavano, uno spettacolo! Il presidente Cai Corrado, appassionato fotografo, si è avvicinato a tre metri a uno stambecco posizionato su una roccia, con dietro l'Adamello, uno scatto stupendo!". 

Dal passo di Gavia il sentiero scende verso Santa Caterina Valfurva nella valle omonima, integra e suggestiva, con estese abetaie e pascoli verdi. "Non mancano neppure i ciclisti, che abbiamo incontrato numerosi in queste tappe lombarde" racconta Yuri "al primo impatto non sono mai troppo simpatici ai camminatori, che a volte si devono scostare per lasciarli passare; ma poi, pensandoci a freddo, è bello che ci sia tanta gente che in questo modo vive sostenibilmente la montagna e la gode come stiamo facendo noi". 

A dominare il paesaggio, ecco apparire una nuova montagna, il Gran Zebrù, "quasi un quattromila, una delle grandi vette che desideravo vedere" racconta Yuri "con la sua gigantesca parete sud". E più lontano le lingue del ghiacciaio dei Forni, che sotto il sole assumevano un colore indecifrabile, "sembravano quasi fossero in fiamme...". A Santa Caterina i ragazzi hanno dormito a Casa Benedicta, accolti da Fabio e Angelo, giovani e vecchie generazioni che da anni lavorano insieme. 

MUSICA E FATICA
Le tappe lungo il Sentiero Italia hanno portato il gruppo prima a Bormio e poi al passo dello Stelvio, in un crescendo di emozioni alpine. "Abbiamo trovato Bormio molto vivace" raccontano "eravamo quasi spaesati quando siamo arrivati, come sempre ci si sente non appena si lasciano solitudini e silenzi e ci si affaccia a quella che chiamiamo civiltà...". Musica, schiamazzi, festa fino a tarda notte... parole che Va' Sentiero si era quasi dimenticato, passando le notti da un rifugio all'altro. "Ma a parte questo è sempre bello trovare una cittadina alpina bella, ben conservata, con un centro storico vivo" riflette Yuri "sarebbe bello anzi ce ne fossero di più!".

Da Bormio al Passo dello Stelvio attendeva i ragazzi la tappa più dura fin qui camminata, irta di dislivelli e difficoltà. "Tremila metri di dislivello positivo, 25 km di percorso, e come se non bastasse tanti ghiaioni e pareti frananti che non ci hanno fatto stare tranquili al cento per cento" ricorda Sara. A un certo punto, il gruppo s'è pure dovuto fermare quando un piccolo smottamento ha fatto scendere sassi poche decine di metri davanti a loro. Tutto è andato per il meglio, per fortuna: e ad attenderli al passo dello Stelvio, uno dei più alti valichi stradali d'Europa, a 2758 metri, c'erano sia la musica dei ragazzi della band Les enfants, che si sono esibiti per loro, sia la gentilezza di Claudia, Carlina e Roberta, sorelle e gestrici dell'Albergo Folgore. Una maniera ideale per ristorarsi dalle fatiche della giornata. 

Ricordiamo che la strada che porta al Passo, oggi statale 38, fu voluta da Francesco I d'Austria per scopi militari e fu costruita già nel 1820-25 su progetto di Carlo Donegani: un vero capolavoro dell'ingegneria alpina. Sul passo, tra l'altro, il museo dedicato proprio al progettista illustra la storia del valico, della strada, della Grande Guerra che qui fu combattuta. 

E PER FINIRE, I GIPETI
Ultime fatiche prima della pausa di Livigno: ad attendere Va' Sentiero la tappa che ha portato ai laghi di Cancano, al rifugio Fraele e alla valle Alpisella. "Molto più tranquilla della precedente!" concordano tutti, anche perché causa neve il gruppo, almeno nella prima parte scendendo dallo Stelvio, ha scelto un sentiero più a valle. Ad accompagnarli ecco arrivare Matteo, diciottenne curioso raccomandato dalla mamma (a dimostrazione che tutti o quasi possono fare un tratto di cammino con Va' Sentiero!), che tra l'altro sul percorso ha trovato anche un proiettile di una carabina di chissà quale guerra. 

"Meravigliosi i laghi di Cancano" racconta Yuri "anche questi artificiali, ma molto suggestivi e ben inseriti nell'ambiente, tanto da apparire quasi selvaggi". I due invasi sono alimentati, nel complesso, dalle acque del fiume Adda, che nasce non lontano dai due bacini sul Monte Ferro. "E ad allietare il nostro passaggio non sai quante aquile reali e quanti gipeti... questi ultimi sono avvoltoi reintrodotti anni fa nel parco nazionale dello Stelvio, dopo essersi estinti tempo fa. La loro apertura alare è impressionante, sembrano davvero piccoli aerei quando planano sopra di te...". 

Vedranno ancora gipeti e stambecchi i ragazzi di Va' Sentiero proseguendo sulle montagne lombarde? Verrebbe da dire "ve lo riveleremo nella prossima puntata", come se fosse una serie tv. Ma, ironia a parte, continuate a seguirci (e a seguire Va' Sentiero sui social) per far parte un poco anche voi di questa straordinaria avventura.