Siamo arrivati ai titoli di coda. Con questa "puntata" si chiude anche il nostro viaggio insieme a Va' Sentiero, iniziato nell'ottobre 2018 con quest'articolo - quando il progetto era solo un'idea nelle menti di Sara, Giacomo e Yuri. Da allora ne sono state lasciate, di tracce, sul Sentiero Italia. Le nostre, che in 34 capitoli abbiamo provato a riassumere periodicamente la spedizione, dando voce ai ragazzi e raccontando paesaggi, incontri, emozioni delle terre alte italiane: il Touring Club Italiano ha da sempre sostenuto il progetto, patrocinandolo sin dalla prima ora e credendo fermamente nella sua valenza di valorizzazione della montagna e di coinvolgimento dei giovani. E soprattutto le loro, le tracce di sette ragazzi (e di un fido autista) che in tre anni hanno percorso migliaia di chilometri a piedi, impegnandosi costantemente a raccontare, comunicare, condividere la loro esperienza, offrendo a tutti noi una fotografia ineguagliabile delle montagne italiane. 
Per "tirare le fila" del progetto, i ragazzi hanno organizzato un'ultima tappa a Messina, là dove ad aprile avevano iniziato a camminare per la terza tranche della spedizione. Così, dopo essere arrivati a Reggio Calabria, in un bel sabato di fine settembre ci si è trovati tutti davanti alla chiesa di Gesù e Maria del Buon Viaggio, sul lungomare della città. Già si percepiva l'atmosfera di festa: ad accogliere Sara, Giacomo, Yuri, Andrea, Francesco, Martina, Diego e il "Giova" c'era tanta gente, tra familiari e amici vecchi e nuovi provenienti da tutt'Italia e anche dall'estero. Qualcuno aveva preso un aereo per esserci, altri si erano già aggregati nelle ultime tappe calabre, altri ancora avevano programmato le ferie proprio in concomitanza del weekend conclusivo. 


Davanti alla chiesa di Gesù e Maria del Buon Viaggio, Messina - foto Andrea Buonopane

Insieme, si è saliti fino al forte San Jachiddu, una delle poderose strutture ottocentesche che dominano lo Stretto. Dal forte i ragazzi erano partiti per la prima tappa siciliana e al forte sono voluti simbolicamente tornare per concludere il percorso. "In realtà eravamo un po' dubbiosi" racconta Yuri. Questo è un luogo di fraternità e raccoglimento, restaurato e curato tra mille difficoltà da Padre Mario nel corso degli anni: ci sembrava in qualche modo inadeguato trasformarlo nel sito del festeggiamento finale. Proprio Padre Mario, però, ci ha rassicurato con parole bellissime: ci ha detto che il fatto che noi volessimo venire qui a festeggiare l'arrivo per lui era un dono. Ed è stato un dono anche per noi". Così, la carovana è salita tra la foresta e la macchia dell'entroterra, lasciandosi alle spalle la città, fino poi ad arrivare alla struttura. Dove i ragazzi hanno corso per un'ultima volta tutti insieme, mano nella mano, tagliando il nastro conclusivo del loro percorso. 


Verso forte San Jachiddu, Messina - foto Sara Furlanetto


Il taglio del nastro di Va' Sentiero a Messina - foto Stefano Brambilla

A seguire, tutto quello che potete immaginare: lacrime, abbracci, pianti liberatori, risate. E poi balli fino a tarda notte, ammirando dall'alto del forte l'impareggiabile panorama, con le luci di Messina e di Reggio Calabria e le navi che transitavano nel blu scuro delle acque dello Stretto. 

Ma qualche parola bisogna pur dirla. Così, a precedere la festa, ecco l'ultimo incontro della spedizione, in cui innanzitutto sono stati dati i numeri conclusivi di Va' Sentiero, che ci fanno rendere conto di quello che è stato, soprattutto della portata, fisica e concettuale, del progetto.
Dunque:
- Va' Sentiero ha camminato per 7850 km lungo il Sentiero Italia, attraversando tutte e 20 le regioni italiane in 14 mesi di cammino (7 mesi nel 2019, 2 mesi nel 2020, 5 mesi nel 2021);
- le tappe della spedizione sono state 365, di cui la più lunga ha visto camminare i ragazzi per 41 km (zona del Monviso, Piemonte);
- i metri positivi di dislivello sono stati approssimativamente 600.000, per un massimo di 3.279 in una sola tappa (sempre zona Monviso, Piemonte);
- la cima più alta raggiunta è stata Pizzo Scalino, in Lombardia, 3323 metri;
- almeno 70 le notti passate in tenda, altrimenti i ragazzi hanno dormito nelle più varie sistemazioni, dagli ostelli agli oratori, dalle palestre alle case di persone incontrate sul cammino, fino arrivare ai fienili e agli hotel quattro stelle;
- almeno 3000 i "Walk with us", ovvero le persone che hanno camminato con Va' Sentiero, provenienti da ben 16 Paesi europei ed extraeuropei; età minima 4 anni, età massima 82.


Va' Sentiero: davanti, Martina, Giovanni e Sara; dietro, Andrea, Diego, Francesco, Giacomo e Yuri - foto Sara Furlanetto

Poi, spazio a loro, i protagonisti, molti dei quali visibilmente commossi, e al pubblico partecipante. Riportiamo alcune delle loro dichiarazioni, per farvi capire qualcosa in più oltre ai numeri: per esempio la fatica, l'impegno, la determinazione, gli ostacoli, il piacere di condividere, la gioia di chi ha vissuto l'esperienza da vicino o da lontano.

Andrea, videomaker di VS: "Per me è stata un'esperienza indimenticabile, qualcosa che da solo non sarei mai riuscito a fare. Ho conosciuto i ragazzi per caso, mi hanno tirato dentro al progetto dopo una birra insieme, mi hanno dato fiducia. Vorrei ringraziare i miei compagni ma anche tutti coloro che hanno partecipato: è stato grazie a loro che abbiamo capito quanto speciale e bella è stata l'esperienza e quanto fortunati siamo stati noi a essere dentro questo progetto".
Martina, social media manager di VS: "Volevo ringraziare le nostre gambe e la nostra determinazione, ma soprattutto chi ha camminato con noi, i "walk with us": tutte le volte che mi è venuta a mancare la meraviglia per quello che stavo facendo, c'erano loro a tirarmi su, e attraverso i loro occhi mi sono resa conto che nulla era scontato, né la bellezza della natura né il valore di un incontro. Sono riusciti anche a farci ridere quando eravamo in preda allo sconforto!". 
Diego, grafico e autista "tuttofare" di VS: "Per entrare a far parte del gruppo ho scritto una lettera ai ragazzi, lamentandomi della mia routine e della fatica che facevo a stare a casa. È stato bello sentirmi parte del gruppo, ringrazio tutti per avermi accolto".
Francesco, detto Kambu, cambusiere e addetto alla parte culturale di VS: "Va' Sentiero mi ha permesso di scoprire qualcosa che non conoscevo. E pensare che io non camminavo proprio... ora ho percorso quasi 8000 chilometri! Finalmente potrò dire che l'ho fatto".
Alberto, digital guru "dietro le quinte" di VS: "Ho visto questo progetto nascere ed evolversi, fin da quando Yuri me ne parlò in un bivacco in Valle d'Aosta. L'insegnamento che ne traggo è soprattutto uno: che se si crede nelle proprie idee e si persevera si possono raggiungere grandi obiettivi".
Giovanni, detto il Giova, autista di VS: "Devo ringraziare Va' Sentiero che mi ha dato questa opportunità di vedere e conoscere posti che mai avrei immaginato esistere. Ho condiviso mesi bellissimi, gioie e disagi, è stato bello ed emozionante. Vorrei dire ai genitori di questi ragazzi che avete ragazzi meravigliosi, sono veramente in gamba". 
Amedeo, walk with us che ha camminato con VS molte settimane: "Io vorrei dire tante cose, ma mi viene una parola sola: grazie. È stata un'esperienza meravigliosa. Grazie anche per avermi fatto vedere il mondo giovanile in altro modo: spesso anch'io pensavo che i giovani sono un po' bamboccioni, mentre vivendo con voi ho radicalmente cambiato opinione. L'insegnamento più importante che mi avete lasciato è stato proprio quello di smettere di credere nei luoghi comuni!".
Claudia, walk with us: "Siete stati un dono per tante persone. Poter partecipare anche solo per qualche giorno è stato un regalo. Penso a tutte le tremila persone che vi hanno raggiunto... forse non aspettavano altro di incontrare 8 ragazzi che avevano iniziato questo cammino per potersi unire. Siete stati l'occasione giusta che tante persone hanno colto al volo, davvero un regalo". 
Charlotte, walk with us dalla Francia: "Ci siamo sentiti in famiglia, fin dal primo giorno: d'altronde condividiamo tutti la stessa passione e questo ci ha fatto subito sentire a casa. Dopo un anno di solitudine è stato così importante sentire questo sentimento di appartenenza! E poi, io personalmente ho vissuto un sogno grazie a voi: durante il lockdown mi sono nutrita di podcast di avventura, quello che avete fatto era il mio sogno, e l'opportunità di seguirvi, imparare, vedervi lavorare e documentare, incontrare la gente mi ha ispirato tantissimo. Grazie di averci proposto questa opportunità di seguire un sogno. Tutto è possibile!"
Elio, walk with us: "Va' Sentiero mi è stato vicino già prima che avessi il piacere di conoscere i ragazzi: per caso mi sono apparsi su Instagram e subito mi sono innamorato del progetto, mi hanno fatto viaggiare e vedere cose assurde mentre ero a casa, ho visto il documentario di Andrea 12 volte e tutte le volte mi sono commosso! Era un momento bruttissimo della mia vita, ho sofferto molto la solitudine del lockdown... io ho bisogno di toccare le persone, sentire il calore, da buon napoletano! E poi ho avuto fortuna, ho potuto conoscere davvero i ragazzi, ospitarli durante il cammino e poi camminare insieme a loro: è stato bellissimo soprattutto parlare insieme a loro e a tutti, camminando si parla tanto, c'è un confronto anche con l'altro, parli con te stesso anche attraverso l'altra persona. Mi sono sentito parte di qualcosa, con Va' Sentiero: grazie perché mi avete fatto vivere tantissime cose belle in pochissimo tempo, è stata una delle esperienze più belle della mia vita. Spero che mi farete conoscere tante altre cose di me stesso che non conosco ancora, che mi farete crescere!".
Mauro, papà di Francesco: "Volevo ringraziare tutti i ragazzi: mi ha meravigliato soprattutto come siano riusciti sempre a vivere 24 ore su 24, con la stessa energia e passione. Anche mia moglie 24 ore su 24 seguiva Va' Sentiero, ogni cosa veniva monitorata da vicino in famiglia... insomma ho vissuto intensamente questi tre anni!"
Martina, spettatrice: "Io ho avuto un'esperienza un po' diversa con Va' Sentiero. Non ho mai camminato con voi, non sono riuscita mai a raggiungervi, ma vi ho seguito sui social network fin dall'inizio. Vi guardavo da lontano, ma anch'io mi sono sentita parte di una comunità. Sempre. Avete trasmesso tantissimo, ci avete fatto sentire vicini!".

E per finire, spazio ai tre ideatori e fondatori di Va' Sentiero. 

Giacomo, logistico di VS: "Sara, io e Yuri abbiamo sempre cercato di stare uniti: mollare tutto per avviare un progetto di questo tipo senza avere nessuna garanzia non è semplice, lo abbiamo vissuto sulla nostra pelle. Ma siamo riusciti, credo, a tenere sempre le redini del progetto, affidandoci in primo luogo al team che abbiamo creato via via e ci ha permesso di realizzare il sogno iniziale. Ancora una volta, penso che a contare non sia tanto il traguardo, quanto il viaggio fatto. E mi piace ricordare un episodio del 2019, quando dopo un incontro si è avvicinato a me il padre di un ragazzo. Aveva gli occhi lucidi, mi ha detto che eravamo riusciti a farlo emozionare e che a stupirlo erano stati la forza e il coraggio di ragazzi di 25-30 anni che credono nel loro potenziale e ci investono. Ecco, sono convinto che questa esperienza sia stata una lezione, che ci abbia insegnato quanto davvero sia fondamentale credere in se stessi e nelle proprie idee".
 

Yuri, guida e project manager di VS: "Con Sara e Giacomo ci siamo trovati in un momento in cui avevamo smarrito una via, o quanto meno avevamo fame di una nuova. Non eravamo dei professionisti con un business plan o una vision chiara, avevamo soltanto un'idea che faceva da faro. Oggi guardando tutto questo non posso che riconoscere che abbiamo fatto tanta strada, sembra passato tantissimo tempo. In questo percorso siamo riusciti a dare la forza a questa volontà per riuscire a lasciare un'impronta. Poco prima della partenza, qualcuno ci ha detto che un conto era riempirsi la bocca di parole, un conto è poi farle, le cose di cui si è parlato. Ricordo che quella sera ho pensato di aver perso tempo. Però poi ci siamo rimboccati le maniche e ci siamo convinti che le alternative c'erano, che le alternative ci sono sempre se l'idea è forte e luminosa, e così è stato! L'unico bilancio che ora voglio fare è che abbiamo detto "vogliamo fare questo" e l'abbiamo fatto. E questo mi rende orgoglioso. Penso che uno dei regali più belli che ci siamo fatti in questo cammino è quello di poter godere di tutto ciò che la nostra passione ha saputo fare nei nostri interlocutori, da chi ci ha aperto le porte di casa a chi ha camminato con noi: è bello sapere che la passione è ancora qualcosa di contagioso. Vorrei dire grazie a tutti i miei compagni di viaggio per tutto quello che è stato fatto, detto, quello che ci siamo regalati l'un l'altro, per tutte le volte che di fronte a un ostacolo qualcuno ha alzato il dito e ha trovato il modo per scavalcarlo: siamo arrivati qua perché siamo un gruppo". 
Sara, fotografa di VS, aveva infine scritto un discorso, che riportiamo per intero. "È difficile, anzi impossibile ora riassumere quello che sono stati gli ultimi anni, ciò che ci ha portati fin qui, le emozioni che si annidano nella mia pancia e nel mio cuore. Ricordo quando nel 2017 eravamo sulla terrazza di un appartamento a Milano, mentre cercavamo di trovare un nome a questo progetto, e nell'euforia data dall'alcool venne fuori Va' Sentiero. Conteneva già tutto, come una scultura che deve essere solo estrapolata dalla roccia: un processo che deve essere fatto con cura perché basta dare il colpo sbagliato e hai rovinato tutto, devi ricominciare da capo".

"Nei due anni successivi così abbiamo modellato quel pezzo di roccia, con la stessa cura di un artista, solo che le nostre mani erano inesperte, non quelle di un artigiano, e quindi l'attenzione era estrema. E poi c'erano le nostre vite di allora, che lentamente prendevano una nuova forma; noi stessi ci siamo fatti plasmare nel dare forma a quest'idea. Ricordo quante persone ci hanno aiutato, in mille modi, dal giorno zero fino a oggi, regalando un pezzo di sé a Va' Sentiero, che presto è diventato un progetto corale. Non saremmo qui se non fosse stato per loro, per voi tutti, se non ci avessimo creduto fino in fondo tutti insieme, animati da una curiosità estrema, dall'eccitazione di buttarsi in qualcosa di nuovo, per noi e per una dimensione sociale più grande di noi. Davide e Golia: in questi anni ci siamo trovati ad affrontare i giganti, a scontrarci con forze maggiori che talvolta hanno tradito le nostre ingenue ma genuine aspettative. Quanto sudore, quanto tempo ed energia abbiamo investito!"

"Ma non tutto il male vien per nuocere: abbiamo affinato lo spirito e le nostre spalle si sono fatte più forti. Quando abbiamo fatto il primo crowdfunding ci siamo messi a nudo completamente, rimettendoci alla collettività. Ed è lì, quando ce l'abbiamo fatta, che abbiamo realizzato che si partiva davvero. Era marzo 2019. Non solo: abbiamo avuto la prova che il nostro sogno era quello di tante persone che riponevano fiducia nell'idea di scavare nel midollo di questo nostro paese che non riesce, non vuole raccontarsi appieno, quasi fosse geloso delle sue ricchezze".
"Partire è stato un atto liberatorio e ha aperto un nuovo capitolo meraviglioso, per quanto sempre ostico delle nostre vite. La bellezza della scoperta, della documentazione, del contatto con le realtà locali si è mescolata alla sfida di conoscersi e vivere a stretto contatto. Ci sono stati alti e bassi sempre, è fisiologico, ma siamo riusciti a incastrarci come pezzi di un puzzle. Io sento di essermi plasmata come donna e come fotografa, prendendo confidenza e ispirazione a ogni passo, cercando di fare un po' mio il meglio di ciascuno dei miei compagni. Ho imparato davvero molto e penso di essere una persona migliore anche grazie a loro. E poi ci sono i fantastici walk with us, l'antidoto contro la noia e anche ai possibili cazzotti tra di noi, ma soprattutto nuovi filtri attraverso cui tenere sempre fresco il nostro sguardo e un legame con la realtà".
"A ogni fase di spedizione si è aggiunto un livello di profondità, di consapevolezza, di maestria in quello che facciamo, ma anche di stanchezza; e per certi versi è stata una corsa continua contro il tempo e spesso è stato estenuante. Il progetto non ha smesso di evolversi, di crescere, la nostra conoscenza dei territori pure, e quella di noi stessi, e degli uni verso gli altri. Le domande che avevamo caricato nei nostri zaini prima di partire rispetto alle terre alte erano tantissime, non posso dire che abbiamo trovato risposte a tutto, anzi, però qualcosa lo stiamo comprendendo piano piano. Il cammino però è ancora lungo: sebbene siano passati già cinque anni dal concepimento di Va' Sentiero sento che siamo solo all'inizio di qualcosa, di un percorso che sta per prendere una nuova forma. La fase che si sta concludendo porta con sé un certo romanticismo, e sono sicura che non si ripeterà più, o per lo meno non nello stesso modo, ma che cosa è Itaca se non una continua ricerca? Daje tutta e lunga vita a Va' Sentiero!".

Zaini a terra, il Sentiero Italia è terminato - foto Sara Furlanetto
Ecco. Anche noi, che abbiamo assistito in prima persona al prima, al durante e al dopo di Va' Sentiero, non possiamo che associarci ai ringraziamenti e ai complimenti per il coraggio, la serietà, la determinazione. I ragazzi di Va' Sentiero sono stati perfetti ambasciatori di quella che da sempre è anche la "Passione Italia" del Touring. Una passione che continuerà a farci viaggiare, a conoscere e a prenderci cura di questo grande, bellissimo Paese.