Si continua a parlare di siti Unesco in Italia. A volte in maniera superficiale, quasi goliardica (si vedano le reazioni alla nomina di Lino Banfi in commissione). A volte in maniera strumentale, perché la politica è interessata alle nomine e, si sa, il terreno è ideale per scontri e prese di posizione. Molto spesso con titoli quanto mai errati, che dimostrano quanto sia ancora scarsa la conoscenza dei complessi meccanismi di selezione dei "Patrimoni dell'Umanità". 

Proviamo a fare un po' di chiarezza su quello che è un processo lungo e contorto, che vede tanti attori in gioco (e tanti soldi, come ha sottolineato Milena Gabanelli in una dettagliata analisi sul Corriere della Sera di qualche giorno fa: d'altronde, il marchio è diventato talmente forte e desiderato che gli aspetti economici non sono certo secondari). 

LE COMMISSIONI NAZIONALI UNESCO
A decidere quali siti verranno candidati all'Unesco per diventare Patrimoni dell'Umanità sono le Commissioni Nazionali preposte allo scopo. Anche l'Italia, ovviamente, ne ha una: è presieduta da Franco Bernabè ed è composta da molti membri indicati da vari ministeri.

Ogni anno, la Commissione Nazionale esamina le candidature dei vari siti già nella "Tentative List" e sceglie quali possono essere inoltrate alla sede centrale Unesco per essere prese in considerazione. Il punto è che negli ultimi anni ogni Paese - per decisione Unesco - può proporre al massimo due candidature, solitamente una per i Beni culturali e una per i Beni naturali o paesaggistici. Scatta quindi una vera e propria "battaglia" per rientrare tra i siti prescelti - il che in ogni caso non garantisce in alcun modo che il processo vada a buon fine, cioè porti alla nomina vera e propria. 


Il sito web della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco​

I PARERI PREVENTIVI
Quando dunque un sito viene nominato Patrimonio dell'Umanità non è affatto una sorpresa, come alcuni lasciano intendere, ma l'ultimo atto di un lungo percorso che vede tra l'altro vari passaggi intermedi. Gli esperti Unesco (che si appoggia a vari organismi tecnici per la valutazione, tra cui l'Icomos e la Iucn - Unione internazionale per la conservazione della natura) valutano i dossier ed esprimono pareri preventivi sulle candidature. 

Per il 2019, per esempio, l'Italia era in procinto di candidare gli "ecosistemi forestali della Sila", la bellissima area in Calabria già tutelata da un parco nazionale e già in "Tentative List" da alcuni anni. Dopo un parere negativo dell'Iucn, tuttavia, la commissione nazionale ha preferito soprassedere. Sembra che la Sila non avesse tutti i requisiti per diventare patrimonio Unesco, che ricordiamo essere molto restrittivi e puntuali, codificati secondo vari parametri. Non basta essere "belli" o "antichi" per diventare Patrimoni dell'Umanità: bisogna essere unici, straordinari, di rilevanza mondiale, e soprattutto rispondere a caratteristiche ben definite che qui sarebbe troppo lungo elencare. Per la Sila, per esempio, probabilmente, è troppo forte l'antropizzazione del territorio perché rientri nella World Heritage List (l'area rientra già nel programma Unesco Man and Biosphere).

LE CANDIDATURE UNESCO 2019
Detto questo, per il 2019 la Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco ha scelto di proporre due siti, la cui nomina verrà ufficializzata o bocciata dall'Unesco a luglio, in occasione del meeting che quest'anno sarà in Azerbaigian. La notizia è arrivata nei giorni scorsi direttamente dal Consiglio Direttivo della Commissione.

Il primo è detto "Le Alpi del Mediterraneo": è un sito naturale, che coinvolge tre Stati (Italia, Francia e Principato di Monaco) e che è ritenuto di rilevanza mondiale grazie a una storia geologica unica e a una grandissima ricchezza naturale in termini di ambienti e specie. Comprende una vasta zona di Piemonte e Liguria, oltre che di Francia e Monaco, in parte già tutelata da varie aree protette, tra cui il Parco Naturale delle Alpi Marittime, il Parco Nazionale del Mercantour,  l’Area protetta regionale Giardini Botanici Hanbury.

Il secondo è invece un sito "rimandato" lo scorso anno, che nel 2019 si ripresenta con un nuovo dossier. Si tratta delle "Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene", in Veneto. Nel 2018 l'Unesco aveva espresso parecchi dubbi sulla unicità e sulla preservazione del territorio. Speriamo che quest'anno il nuovo dossier possa scioglierli.

LE CANDIDATURE UNESCO 2020
Per il 2020, invece, la Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco punta su altri due siti. Il primo è chiamato “Padova Urbs Picta-Giotto, La Cappella degli Scrovegni e i cicli pittorici del Trecento” e riguarda gli straordinari monumenti di Padova che conservano importanti testimonianze pittoriche: Cappella degli Scrovegni e Chiesa degli Eremitani, Palazzo della Ragione, Battistero del Duomo, Cappella della Reggia Carrarese, Basilica del Santo, Oratorio di San Giorgio, Oratorio di San Michele.

Il secondo invece è un sito seriale, detto “Great Spas of Europe” che raggruppa, oltre al nostro Paese, Germania, Austria, Francia, Belgio, Regno Unito e Repubblica Ceca. Si tratta di dieci siti termali storici: per l'Italia è candidata Montecatini Terme. 

Per tutti gli altri già inseriti nella "Tentative list" bisognerà aspettare. In bocca al lupo.

INFORMAZIONI
Sito web della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco: www.unesco.it