Un mondo senza barriere né confini lo abbiamo già. Peccato che sia fatto di plastica. Grandi rifiuti di plastica o microplastiche sono stati infatti rilevati in ogni angolo degli oceani e del Pianeta, senza che confini nazionali possano trattenerli. Così la plastica prodotta ovunque può finire dovunque. Un problema devastante che comunità consapevoli e associazioni ambientaliste in tutto il mondo stanno cercando di arginare, visto che le istituzioni internazionali non hanno ancora definito nessun trattato internazionale a riguardo.
A rispondere a questa emergenza globale è l’ultima iniziativa del Wwf, che il 5 febbraio scorso ha lanciato una petizione in tutti i Paesi in cui è presente l’associazione. L’invito è rivolto ai cittadini del mondo perché chiedano ai capi di Stato di stipulare un Global Deal, ovvero un accordo vincolante fra Paesi delle Nazioni Unite per fermare la dispersione di plastica in natura entro il 2030. L’accordo dovrebbe ricalcare nella procedura di definizione l’accordo sul clima di Parigi (il COP21) del dicembre 2015, in cui 195 Paesi hanno adottato il primo accordo universale e giuridicamente vincolante sul clima mondiale. 
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 “L’emergenza della plastica negli oceani è fuori controllo, in 50 anni abbiamo compromesso l’ecosistema più importante del pianeta, ignorandone le conseguenze. Ora sappiamo che è necessario agire rapidamente e concretamente per fermare la silenziosa invasione di plastica che minaccia gli oceani e i mari di tutto il pianeta  – ha dichiarato Donatella Bianchi, presidente del WWF Italia – Come associazione abbiamo preso un impegno che ci vedrà coinvolti in maniera globale nei prossimi mesi”. La campagna transnazionale del Wwf sarà rappresentata da un simbolico messaggio #PLASTICFREE.
L’obiettivo è ambizioso, soprattutto se leggiamo gli ultimi dati raccolti dal Wwf. La produzione globale di plastica è aumentata negli ultimi 50 anni da 15 milioni di tonnellate nel 1964 a 311 milioni di tonnellate nel 2014: poiché l’uso della plastica è presente in innumerevoli applicazioni ci si aspetta che entro i prossimi 20 anni la produzione di plastica raddoppierà. La plastica mono-uso rappresenta metà dei rifiuti di plastica marini: per questo il Wwf ha in programma iniziative rivolte soprattutto a sensibilizzare i cittadini suggerendo comportamenti #plasticfree, e coinvolgere istituzioni, aziende, enti.
 
La sede delle Nazioni Unite a New York / foto Getty Images
 
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