C'era il tiro a segno e il calcio in culo, gli sketch dei clown e le evoluzioni dei trapezisti. C'era tutto un mondo in perenne movimento nelle giostre di un tempo, quelle che arrivavano sulle piazze dei paesi di tutta Italia per portare svago e divertimento. Un mondo di grandi carovane che ospitavano tutta la famiglia, di viaggi perenni in piccoli paesini, di feste, incontri e acrobazie. Amicizie create, spezzate e ricucite. C'è tutto questo mondo in movimento ne La bella Virginia al bagno, interessante documentario autoprodotto dalla regista Eleonora Marino che racconta la vita di una famiglia di giostrai, la sua.

«La carovana è un mondo che si affaccia sugli altri mondi» ricorda la mamma di Eleonora nel documentario. Un mondo che divide le persone in Gaggi e in Dritti. I Dritti sono loro, i giostrai, quelli che un tempo giravano le piazze, si fermavano giorni e giorni per montare lo spettacolo e la giostra. I dritti sono quelli che a star fermi non sono proprio capaci, che amavano quella vita con tutte le scomodità che aveva, non ultimo cambiare scuola ogni due settimane. I Gaggi sono gli stanziali, gli altri. Quelli che alle giostre vanno da spettatori, la volta che passano in paese. Gli altri: quelli che hanno scelto un tetto come indirizzo finale.

 
L'OMAGGIO AL NONNO VIAGGIATORE
Certo, esistono anche Dritti che a un certo punto decidono di ancorare a terra le loro grandi carovane. La famiglia di Eleonora l'ha fatto nel 1960, quando si fermarono al LunEur, il primo parco dei divertimenti d'Europa, aperto a Roma nel 1953 e chiuso nel 2008. Eleonora ha interrotto la lunga tradizione di famiglia, ha smesso di far la giostra e ha studiato cinema. Però quel mondo in cui è cresciuta da bambina è parte integrante della sua vita. E così in La bella Virginia al bagno si interroga su come sarebbe stata la sua vita se avesse continuato a vivere viaggiando. A seguire le orme di suo nonno Cesare, che prima che lei nascesse aveva visto il mondo intero girando con il suo spettacolo di acrobazie da tavolo. Spettacolo che Eleonora ha trovato, in un 16 millimetri d'epoca, e montato nel film: omaggio a un nonno viaggiatore che a un certo punto ha deciso di star fermo. E sarebbe stato bello chiede a nonno Cesare cosa prova un viaggiatore quando si ferma. Spesso, schiacciati dal peso della staticità i viaggiatori non sanno cosa dire. Forse perché in fondo l'esperienza del sedentario non fa per loro.