Tutto esaurito nel giro di poche ore. È la misura dello straordinario successo fatto registrare dal primo viaggio dopo il restauro, lo scorso 3 ottobre, dell’ETR 250, l’elettrotreno Arlecchino, il noto “fratello minore” del mitico Settebello. A 61 anni e qualche mese dalla corsa inaugurale in occasione delle Olimpiadi di Roma, il 23 luglio 1960, quello che per decenni è stato uno dei fiori all’occhiello dell’ingegneria ferroviaria italiana è tornato sui binari per una “gitarella panoramica” da Bologna a Roma, lungo il tracciato della storica linea Porrettana.


Il "salotto panoramico" dell'elettrotreno Arlecchino

Un successo annunciato, è facile dire, visto che c’è un’intera generazione di italiani che da bambino ha sognato di viaggiare nel salotto di testa di Arlecchino e Settebello – tra i pochi treni al mondo con questa soluzione tecnica (la cabina di guida è in posizione soprelevata alle spalle del belvedere) – mentre sfrecciava a 180 all’ora tra Roma e Milano. Un autentico antenato degli odierni Frecciarossa e Italo dal comfort e dai servizi eccezionali per gli anni Sessanta, ma che pochi ai tempi potevano permettersi visti i prezzi stellari dei biglietti per treni rapidi di allora.


I lavori di restauro del convoglio ETR 250

C’è poi una buona notizia in più: l’ETR 250 Arlecchino non resterà un caso isolato. È in corso di restauro (e adeguamento dei sistemi di sicurezza) anche il fratello maggiore ETR 300 Settebello, sempre prodotto da Breda e anch’esso con interni firmati da Gio Ponti ed Ernesto Minoletti, con appunto sette carrozze al posto delle quattro dell’ETR 250. L’obiettivo è di offrire ad appassionati e turisti curiosi una navetta molto speciale tra importanti luoghi d’arte del Belpaese quali Roma, Firenze, Bologna e Venezia.


L'interno dell'Arlecchino

Sullo stesso filone s’innesta il progetto Itinerari in Treno storico, presentato nei giorni scorsi e promosso dal Ministero del Turismo in collaborazione con Fondazione FS Italiane e in partnership con il tour operator Albatravel e Gambero Rosso. I primi collegamenti in programma, con locomotive a vapore e vetture d’epoca, riguardano i percorsi Milano-Como e Milano-Paratico Sarnico (lago d’Iseo) in Lombardia, Torino-Canelli in Piemonte, Siena-Monte Antico-Asciano in Toscana, Sulmona-Pescocostanzo in Abruzzo, Napoli-Pietrelcina in Campania, Ragusa-Siracusa in Sicilia e Cagliari-San Gavino in Sardegna.


Una locomotiva a vapore d'epoca
 

Si dovrà attendere invece il 2023, poi, per vedere nascere l’iniziativa il Treno della dolce vita, che vedrà la nascita di vere e proprie crociere ferroviarie made in Italy. Protagonisti cinque treni da 11 vetture con vagoni letto che prevedono 20 suite e 12 cabine, accompagnati da carrozze ristorante e pullman allestite con materiali pregiati ispirandosi all’architettura d’interni italiana di fine Novecento


Vettura panoramica di un "treno da crociera"

Con un parco di circa 60 vetture, i Treni della dolce vita viaggeranno secondo itinerari regolari che toccheranno 14 regioni italiane con 128 diverse destinazioni. In ciascuna di esse, come avviene per gli scali crocieristici, nel corso della sosta del convoglio i passeggeri potranno partecipare a visite guidate delle località; la cucina di bordo, affidata a chef selezionati, varierà di volta in volta facendo riferimento alle specialità regionali delle località toccate nel corso della giornata. L’obiettivo? Superare il tetto dei 70mila passeggeri trasportati entro il 2026. 
 
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