Un piccolo territorio che racconta antiche storie di coltivazioni e prodotti locali. È quello di Finale Ligure, che oltre al rinomato borgo affacciato sul mare della Riviera di Ponente, conserva un suggestivo entroterra di boschi e terrazzamenti coltivati. Calvisio, Perti, l'altopiano delle Manie sono solo alcune delle località dove ancora si respira una antica vocazione rurale.

Proprio in queste terre sono stati tramandate di generazione in generazione le coltivazioni di tre preziosi frutti, prodotti "di nicchia" che ancora oggi vengono lavorati nel rispetto della tradizione. Ecco le loro storie e i luoghi dove trovarli, segnalandovi che solitamente li si possono assaggiare anche durante due eventi (non ancora confermati per il 2021): Agrumare, che si tiene solitamente nel mese di febbraio a Finalpia, grande kermesse che vede protagonisti gli agrumi liguri, con una particolare attenzione alla produzione del pernambucco del finalese; e il Salone dell’Agroalimentare ligure (per ora fissata dal 12 al 14 marzo 2021), evento enogastronomico che si svolge nel prestigioso Complesso Monumentale di Santa Caterina, a Finalborgo.

 
L'ARANCIA PERNAMBUCCO
Pernambucco. Un nome che profuma di esotico. Arriva infatti da lontano questa profumatissima, succosa e dolcissima varietà di arancia, clone della Washington Navel: precisamente dal Pernambuco, uno stato del Brasile situato nella regione del Nordest. Fu probabilmente importata durante uno degli scambi commerciali tra Genova e l’allora colonia portoghese.

Già nel 1800 Giorgio Gallesio, avvocato e botanico finalese, parlava di questa particolare varietà di arancia sia nella ‘Pomona Italiana’ che nel monumentale ‘Traité du Citrus’, rivendicando ai liguri l’introduzione delle arance in Italia. La coltivazione e l’esportazione di questi frutti preziosi era particolarmente importante per la Repubblica di Genova, che li commerciava con il nord Europa. Gli agrumi, raccolti ancora acerbi, erano cotti in una sorta di melassa ottenuta da zucchero, spezie e dal loro stesso succo, quindi stipati in barili di legno e conservati nelle stive come riserva di vitamine.
 

Il pernambucco è un’arancia dolce, tra le più precoci (matura da fine ottobre in poi); a polpa bionda di dimensioni medio-grandi, è caratterizzata da una buccia abbastanza spessa e vescicolata, di colore arancione intenso. Il frutto è particolare perché presenta all’interno un tipico frutto gemello (che ricorda l’ombelico, che in lingua inglese si dice navel), localizzato al polo opposto rispetto al picciolo.
Nella terra del Finalese questa è una delle varietà coltivate da più tempo, per esempio nelle località Perti, Gorra, Monte di Pia e Finalpia. Oggi la si può degustare e acquistare presso l’Azienda Agricola Fernandez (via Calice 160, Finale Ligure, www.deliziefernandez.it).
IL CHINOTTO DI SAVONA
Arriva invece dalla Cina il chinotto, un altro agrume portato in Riviera attorno al 1500 da un navigatore savonese. E particolarmente noto nell'Ottocento, quando questi piccoli agrumi, colti ancora verdi, ravvivavano molti caffè italiani e francesi: venivano infatti posizionati sul banco di vendita all’interno di un vaso dotato di un cucchiaino di maiolica e immersi nel Maraschino.

I frutti che si ottengono da questa pianta sempreverde, alta poco più di un metro e mezzo, crescono in grappoli e sono poco più grandi di un’albicocca, hanno una buccia di colore giallo-arancio, sottile ed intensamente profumata. La polpa è di colore giallo, non molto succosa e amarognola.

Oggi nella terra del Finalese si trovano splendide e rigogliose piantagioni di chinotto di Savona, Presidio Slow Food. E con l'agrume si realizzano deliziose marmellate, canditi, liquori, oli armoatizzati: li potete trovare per esempio all’Azienda Agricola Parodi Alessandro (via Aquila 15, Finale Ligure, www.parodichinotto.it).

LA MELA CARLA
“Una delle mele più saporite, con un sapore che ricorda viola e ananas”. “La regina delle mele croccanti”. Parole di Girolamo Molon e Giorgio Gallesio, i due grandi padri della frutticultura italiana, nel descrivere la mela Carla, una varietà questa volta non esotica ma originaria del territorio di Finale Ligure.

Il frutto è piccolo e irregolare, ha una buccia liscia giallo-paglierina screziata di rosa e una polpa dolcissima, succosa e color bianco-crema. Particolarmente delicata, ha un aspetto elegante, si conserva meno delle altre varietà e si mangia appena raccolta, cruda ma anche cotta. La si raccoglie già a fine settembre.

A Finalborgo, la bottega artigianale Sensu (via Nicotera 16, Finalborgo, facebook.com/sensufinalborfo) la utilizza per la preparazione di molti prodotti: una crema, una birra, una marmellata in cui viene mischiata con il chinotto. La bottega organizza anche dimostrazioni pratiche di riproduzione degli agrumi all’interno del “Giardino dei chinotti” presso i Chiostri di Santa Caterina.

INFORMAZIONI
Informazioni sul territorio di Finale Ligure sul nuovo portale www.visitfinaleligure.it.

Colazione al chinotto, foto Monica Vinella