Come ogni anno, l'Unesco ha rivelato quali tra le centinaia di siti candidati si potrà fregiare del titolo di World Heritage Site, ovvero di Patrimonio dell'Umanità. E come ogni anno scoppiano grida di giubilo e roventi polemiche. Perché quel sito sì e quello no, non sarà più importante una cattedrale gotica di quattro sassi preistorici, e così via. Non ci vogliamo addentrare qui nelle scelte della Commissione, spesso giustamente lontane da uno specifico interesse turistico e a volte apparentemente opinabili, almeno agli occhi del profano. Però è vero che nelle liste Unesco si trovano spesso molti motivi per considerazioni interessanti; e il più delle volte si finiscono per scoprire siti e luoghi che altrimenti rimarrebbero ingiustamente dietro le quinte. Il 2011, con i suoi 26 nuovi siti, non fa eccezione. 

L'Italia, forse è bene ricordarlo, guarda tutti dall'alto: con le sue 47 "properties" non la batte nessuno. E nonostante le precarie condizioni in cui spesso versano monumenti e parchi naturali, il primato viene ulteriormente consolidato quest'anno, vista l'iscrizione al sistema di ben due nuovi siti. Due, certo: perché se molti media hanno parlato delle sette località che testimoniano l'illustre storia longobarda, pochi hanno preso in considerazione i 111 insediamenti palafitticoli dell'arco alpino, un Patrimonio che l'Italia divide con Francia, Svizzera, Austria, Germania e Slovenia. Di quel centinaio, il nostro Paese può vantare 19 siti (e non solo due, come riportato da alcuni giornali), sparsi in cinque regioni. Così, accanto all'abbazia longobarda di Monte Sant'Angelo, in Puglia, visitata ogni anno da centinaia di migliaia di persone, diventa un bene dell'umanità anche il laghetto della Costa sui Colli Euganei, celebre solo agli occhi degli esperti: non sarà altrettanto scenografico, ma è fondamentale come testimonianza della cultura preistorica dell'età del bronzo (qui un bel sito web per scoprire qualcosa di più). E da notare, per esempio, come in un sol colpo la provincia di Varese aggiunga al suo celebre Sacro Monte altri due siti Unesco: l'isolino Virginia, nel lago di Varese, dove sono stati trovati gli insediamenti più antichi di tutta l'area alpina, risalenti addirittura al 5000 a.C.; e il castrum di Castelseprio-Torba, che conserva significativi esempi di architettura militare longobarda. Come dire: un ottimo consiglio per un weekend fuoriporta.

Guardando fuori dai nostri confini, ci si dispera in Gran Bretagna e Stati Uniti (rimasti  al palo: nessun sito, tra i 26 prescelti) e si festeggia a Barbados, dove il centro storico della capitale Bridgetown è diventato il primo patrimonio dell'Umanità della piccola isola caraibica (ci si aspetta un boom turistico, adesso, ha dichiarato il ministro della cultura). E se era ora che venisse tutelato il celebre deserto giordano del Wadi Rum, noto anche per Lawrence d'Arabia, sorprendenti sono le inclusioni del paesaggio culturale del caffè, in Colombia, e dei siti culturali di Al Ain, nel deserto emiratino, altro Paese che viene tutelato dal marchio Unesco per la prima volta. Ci vogliamo però soffermare su un paio di località vicine a casa che potrebbero essere meta di una visita durante l'estate - località che peraltro rimangono ben fuori dai classici giri turistici. Se passate in Sassonia, per esempio, date un'occhiata alla Fagus Factory di Alfeld, il complesso di dieci edifici progettati da Walter Gropius nel 1910: l'Unesco ha voluto includerlo nella lista in virtù della sua importanza come antesignano dell'architettura moderna e del design industriale. In Francia, a essere premiato è stato il paesaggio culturale delle Causses e delle Cévennes, nella parte centromeridionale del Paese; mentre se state facendo una vacanza a Maiorca, non dimenticate di fare un giro nell'interno, dove il paesaggio culturale della Serra de Tramuntana è rimasto uguale nei secoli, con le sue terrazze coltivate, i mulini ad acqua e le costruzioni rurali. In un mondo dove tutto cambia, l'Unesco vuole premiare anche chi rimane ancorato alla tradizione. Perché è soltanto non perdendo le radici che si può guardare al futuro.