Diciamolo subito, Jan van Eyck è un artista speciale. Non ce ne sono molti altri come lui. Pensate: nel nord Europa era il più famoso pittore della sua epoca, la prima metà del Quattrocento. La sua fama andava ben al di là delle Fiandre, suo luogo di nascita, il suo nome era sulle bocche di tutti. Eppure, di lui ci rimangono solo 23 opere, di cui una – la più famosa, la più sfavillante, il capolavoro indiscusso – è grande in superficie cinque volte di più di tutte le altre 22 messe insieme. Della sua vita, poi, sappiamo ben poco, tanto che pure l'anno di nascita è ignoto, e tanto meno le notizie sul suo apprendistato. Fatto sta che a un certo punto spunta nei testi di storia dell'arte come colui che rivoluziona la pittura a olio, il genio che segna la fine di un'epoca e l'inizio di un'altra, superando le convenzioni del gotico e aprendo nuove strade. Il primo artista, tra l'altro, a firmare le sue opere.

Gli stessi libri ci parlano curiosamente di un personaggio assoldato da re e principi per missioni segrete, una sorta di James Bond ante litteram – a quel tempo, un artista che si recava in visita al nemico poteva passare inosservato e riferire dettagli interessanti al protettore di turno. I soldi non mancavano, ai duchi di Borgogna, che regnarono sulle Fiandre dal 1348 al 1482: per i suoi servigi di spia e di artista, facendo un cambio con la valuta di oggi, Filippo il Buono pagava Van Eyck circa 170mila euro all'anno. Non male per essere un pittore. 


Ricostruzione dello studio di Van Eyck all'Historium di Bruges - foto Visit Flanders
 

Vi è venuta voglia di saperne di più? Anche se le sue opere sono sparse in mezza Europa, le Fiandre sono il luogo ideale per scoprire quest'eccentrico e misterioso artista. Van Eyck ha girato molto, nei circa 50 anni in cui ha vissuto: lo troviamo in molte città del Belgio fiammingo, in primis a Gent e a Bruges. Si può ripercorrere le sue tracce come in una caccia al tesoro, opera dopo opera, palazzo dopo palazzo, aiutati dal fatto che molti luoghi non sono poi cambiati di molto dal tempo del genio. L'atmosfera che si respira a Bruges e Gent è ancora quella di due città cristallizzate tra medioevo e rinascimento. Ogni tanto, ci si immagina di vedere spuntare i coniugi Arnolfini da dietro un canale, o l'uomo con il turbante rosso in un vicolo di mattoni. Quest'anno, poi, è l'anno ideale: perché il 2020 è tutto dedicato a Van Eyck, nelle Fiandre. Mostre, restauri, inaugurazioni, eventi speciali, non c'è settimana che non parli del Maestro fiammingo e del suo lascito fondamentale. Ecco qualche consiglio per prepararsi al viaggio e partire sulle orme di Van Eyck e del Rinascimento Fiammingo.   


Gent - foto Visit Flanders
 

GENT, IL POLITTICO E LE MOSTRE
Innanzitutto, la visita deve iniziare da Gent, per forza di cose. Perché qui si trova quel capolavoro di cui accennavamo prima: il grandioso Polittico dell'Agnello Mistico conservato nella Cattedrale di San Bavone-Sint Baafs. Gent (Gand in francese) ai tempi di Van Eyck era la più grande città dell'Europa settentrionale dopo Parigi: più di Londra, più di Mosca. Ricca, animatissima, vi si trovavano a passeggiare per le sue strade filosofi, affaristi, mercanti, artisti, scienziati. Intorno al 1426, ai Van Eyck venne commissionato un lavoro importante: pare che a iniziarlo fosse stato Hubertus, il fratello poi morto nel frattempo, e a finirla Jan. Dodici pannelli di legno di quercia, otto dei quali sono dipinti anche sul lato posteriore, in maniera da essere visibili quando il polittico è chiuso, raffiguranti l'Adorazione dell'agnello mistico e tutt'intorno una schiera infinita di personaggi biblici. In totale, 375 cm di lunghezza e 258 di altezza, dipinti per 25 mq con una precisione certosina, un'attenzione al dettaglio totalmente inedita. Capite che stiamo parlando di un'opera monumentale, di un caposaldo della pittura rinascimentale mondiale.


Il Polittico dell'Agnello mistico a Gent - foto Visit Flanders

Ora, il Polittico è al centro di grandi eventi quest'anno. Nella chiesa, dove è visibile la parte interna  restaurata dopo un lavoro di anni, a ottobre aprirà un nuovo centro visite dedicato proprio al Polittico, con tanto di realtà aumentata ed esperienze interattive (si potrà scoprire anche la vita spericolata dell'opera, che ha subito negli anni più di una peripezia). Le pale esterne, anch'esse freschissime di restauro, sono invece la protagoniste indiscusse della mostra “Van Eyck – An Optical Revolution” in scena fino al 30 aprile presso il Museo di Belle Arti della città. Un evento fuori dal normale: pensate, per la prima volta sono riunite circa la metà delle opere del Maestro, accompagnate da altre di artisti coetanei che permetteranno di indagare sulla “rivoluzione ottica” apportata da Van Eyck, che per primo nella sua opera volle indagare scientificamente la realtà, approcciando naturalisticamente quello che ritraeva. Ne diamo conto in un altro articolo dedicato. 
 
Ma ovviamente c'è di più, con il programma “OMG Van Eyck was here!”. Dal 13 marzo al 6 settembre il Design Museum allestisce un'originale mostra sui sette colori primari che Van Eyck utilizzò nel Polittico, esponendo opere di designer belgi e internazionali che hanno utilizzato e combinato quei colori. Dal 1 marzo al 31 ottobre nella chiesa di San Nicola va in scena una reinterpretazione digitale e musicale del Polittico, composta da Matt Collishaw. E poi ancora, eventi a tema per le Gent Floralies – il festival dei fiori, nei primi giorni di maggio. Non mancheranno visite guidate per il centro storico, per scoprire i luoghi di Van Eyck. Insomma, una vera e propria immersione nel mondo dell'artista, considerato anche il fatto che a Gent, come nelle Fiandre, la cucina non è poi così diversa da quella di un tempo – i banchetti dei Duchi di Borgogna si riflettono nell'attitudine da “bon vivants” dei fiamminghi di oggi. O, se vogliamo, dei “borgognoni” per l'appunto. 
BRUGES, IL REGNO DEI DUCHI
Poi c'è Bruges. Un'altra di quelle città-gioiello orgogliose del loro passato, di quei centri storici che si specchiano nei loro canali senza essere troppo finti o stucchevoli. Bruges, nel medioevo, era la capitale finanziaria del mondo, il luogo dove nacque la prima Borsa, dove i ricchi banchieri italiani venivano a introdurre nuove astuzie e nuovi metodi di guadagno. Qui si producevano manoscritti, dipinti, argenteria, in poche parole oggetti di lusso che venivano esportati in tutta Europa. I duchi di Borgogna vi si trovavano bene, naturalmente, e si circondavano di artisti e letterati. È qui che van Eyck si trasferì per mettersi al servizio di Filippo il Buono ed è qui che produsse altri capolavori, influenzando tra l'altro un altro pittore locale che sarebbe diventato presto famoso: Hans Memling.


Il centro di Bruges - foto Visit Flanders
 

Anche Bruges celebra Van Eyck con una mostra speciale: si chiama proprio “Jan van Eyck in Bruges” ed è allestita dal 12 marzo al 12 luglio al Groeninge Museum, la “casa” di due altre grandi opere del Maestro: la Madonna del canonico van der Paele e il Ritratto di Margareta Van Eyck, la moglie. La mostra sarà l'occasione ideale per approfondire il rapporto tra l'artista e la città. Poi potrete mettervi in esplorazione del centro: visitando la piazza dedicata al Maestro, il Prinsenhof (la residenza da cui partiva per le sue missioni diplomatiche), il rinnovato Gruuthuse Museum (riaperto nel 2019), l'ospedale di San Giovanni, dove un grande polittico di Memling vi farà strabuzzare gli occhi per la magnificenza del tappeto e del baldacchino. C'è anche un museo, chiamato Musea Sculpta, dove dieci famose scene dipinte da Van Eyck sono state ricreate in gesso e visibili in 3D (insieme ad altre di Bosch e di Memling). Naturalmente anche a Bruges sono previste passeggiate guidate per la città alla scoperta dei luoghi di Van Eyck: qui, peraltro, l'artista morì nel 1441, ancora in giovane età, e qui fu sepolto, nella cattedrale di San Salvatore. 


Madonna del canonico van der Paele, Groeninge Museum, Bruges
 

SCOPERTE E ATMOSFERE A MECHELEN, LOVANIO E BRUXELLES
Se Gent e Bruges sono i due centri principali per scoprire l'arte di Van Eyck, anche altre città portano ulteriori dettagli e atmosfere di quei tempi. La bella Mechelen, per esempio (in francese Malines), meno conosciuta rispetto ad altre città: qui Margherita d'Asburgo, una delle più potenti donne d'Europa, costruì la sua residenza nei primi anni del Cinquecento, trasformando un tranquillo paese nella capitale dell'impero. Si può ancora respirare l'aria del tempo all'Hof van Busleyden, un palazzo cittadino residenza dell'umanista e mecenate omonimo, frequentato dai grandi umanisti e scienziati dell'epoca, ed ammirare varie opere di artisti fiamminghi (tra cui Rubens e van Dyck) in giro per la città. E poi fermarsi a contemplare il carillon della torre di San Rombaldo, che tutte le sere da giugno a settembre suona alle 20.30.


Il centro di Mechelen - foto Visit Flanders
 

Poi c'è Lovanio, Leuven in fiammingo, la città sede della più antica università della zona, fondata nel 1425. Qui troverete capolavori fiamminghi nella cattedrale di San Pietro, tra cui l'insuperabile Ultima cena di Dieric Bouts (che dal 7 marzo si può ammirare anche grazie a strumenti di realtà aumentata). E infine Bruxelles, come si dice last but not least. Non che nella capitale non si trovino segni del passaggio dei maestri fiamminghi e dei duchi di Borgogna – soltanto, li potrete scoprire un po' più con difficoltà, tanto sono mischiati ai ricordi di varie altre epoche. In particolare, qui vi consigliamo di visitare il nuovo museo “De Librije”, che aprirà il 14 maggio nella Biblioteca reale del Belgio, per la precisione nella seicentesca cappella Nassau: qui sono conservati ben 280 manoscritti della biblioteca dei conti di Borgogna – molti sono incredibili capolavori dell'arte della miniatura fiamminga e francese. Ancora una volta, un modo per immergersi nella realtà del tempo, assaporando la verve culturale che ruotava intorno a Van Eyck e ai suoi contemporanei. 
 
INFORMAZIONI UTILI
- Per informazioni e consigli su viaggi nelle Fiandre da esplorare il sito web di VisitFlanders (in italiano) e il sito web dei Maestri Fiamminghi 2018-2020 (in italiano).
- Tutte le info sulla grande mostra "Van Eyck - An Optical Revolution" nel nostro articolo dedicato


Gent, il centro - foto Visit Flanders