“Gli Etruschi hanno abitato in Sardegna. Di qui non si torna indietro: questo è, anzi, un nuovo punto di partenza per gli studi in quest’ambito”: le parole del Soprintendente di Sassari e Nuoro, Francesco di Gennaro, sono la sintesi di un evento che scuote il mondo dell’archeologia italiana, e non solo.
Sull’isola di Tavolara, a sei chilometri al largo delle coste di Olbia sono stati infatti ritrovati per la prima volta i resti di un insediamento etrusco. Dagli scavi condotti dalla Soprintendenza di Sassari e Nuoro e finanziati dall’Area Marina Protetta di Tavolara e Coda Cavallo sono emersi reperti di un insediamento risalente al IX secolo a.C. e riferibile alla prima Età del Ferro. 
Gli scavi in località Spalmatore sono terminati circa nel 2016, ma è dalla revisione dei ritrovamenti (che culmineranno con una pubblicazione) il loro collocamento in età Villanoviana, una delle più importanti civiltà per l’evoluzione preistorica nell’area centrale degli Appennini.
 

"Sono da lungo tempo ben noti agli archeologi numerosi materiali provenienti dall’Etruria e rinvenuti in contesti archeologici della Sardegna, cui fanno riscontro molti oggetti di fattura sarda (navicelle bronzee, brocchette, bronzetti figurati ecc.) ritrovati in Etruria e in altre regioni antiche della penisola" spiega di Gennaro. "Il ritrovamento dello stanziamento di Tavolara, prima attestazione di uno scalo in terra straniera di genti provenienti dalla sponda etrusca, fornisce indicazioni sulla dinamica e la strutturazione socio-economica di questi contatti commerciali e dell’antico sodalizio trans-tirrenico".