Il passo finalmente è stato fatto, ed è un passo che sancisce un reale progresso nelle politiche ambientali del nostro Paese. Da oggi, 14 gennaio 2022, in Italia non si potranno più produrre e vendere piatti e bicchieri di plastica, bastoncini per le orecchie, cannucce, contenitori e bicchieri per alimenti e bevande in polistirene espanso, ovvero plastica non biodegradabile e non compostabile, oltre agli attrezzi da pesca contenenti plastica.
È entrato in vigore infatti il decreto legislativo 196, che recepisce la Direttiva dell’Unione Europea "Sup" (Single Use Plastic) varata nel 2019. La norma impatterà su una fetta di mercato ingente. Solo in Italia infatti si consumano tra i 6 e i 7 miliardi di bicchieri di plastica monouso all’anno, cioè tra i 16 e i 20 milioni al giorno. 
Complessivamente nel mondo i bicchieri in plastica rappresentano circa il 20 per cento dei rifiuti marini, con un’aggravante per i tanto amati palloncini, che sono al terzo posto tra i rifiuti più pericolosi per foche, tartarughe e uccelli marini.

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La norma sancisce finalmente "l'intento di promuovere la transizione verso un'economia circolare con modelli imprenditoriali, prodotti e materiali innovativi e sostenibili", con l’obiettivo di " promuovere l'uso di plastica riciclata idonea al diretto contatto alimentare nelle bottiglie per bevande". Le multe per i trasgressori saranno salate, da 2.500 a 25 mila euro. Mentre a sostenere la transizione ecologica lo Stato ha previsto agevolazioni per le imprese produttrici, garantendo un credito di imposta negli anni 2022, 2023 e 2024.
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Fatta la legge, si deve affrontare il problema notevole dello smaltimento della plastica monouso già in commercio. Il divieto avrà quindi effetti non proprio repentini e ai venditori infatti verrà concesso di smaltire le scorte dei prodotti immessi sul mercato prima del 14 gennaio 2022.
Non solo, fatta la legge è abitudine consolidata provare ad aggirarla. Lo spiega bene il presidente di Legambiente, Stefano Ciafani: “in queste ultime settimane, stanno comparendo prodotti in plastica molto simili a quelli monouso ma riutilizzabili per un numero limitato di volte, come indicato nelle confezioni. Un modo, a nostro avviso, per aggirare il bando e che porta ad un incremento dell’utilizzo di plastica piuttosto che a una sua diminuzione".
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"Per combattere lo strapotere dell’usa e getta in plastica è dunque importante puntare su tre azioni - sottolinea Ciafani - favorire una drastica e concreta riduzione, attraverso un’applicazione efficace della direttiva; sensibilizzare le persone ad adottare comportamenti e stili di vita più sostenibili ricordando che la dispersione di plastica nell’ambiente può causare seri danni anche alla biodiversità. Infine, è fondamentale promuovere una filiera industriale che punti sempre più sulla chimica verde e sui materiali compostabili, favorendo la riconversione delle produzioni, rivitalizzando anche siti industriali dismessi”.