Solitamente c'è chi scende in piazza e «Bella Ciao» manifesta allegro, perché almeno una volta l’anno è bello dimostrare per strada il proprio senso di appartenenza al Paese di cui in fondo portiamo i documenti in tasca. Quest'anno meglio scomodare un libro di storia e leggere le cronache di quei mesi duri e formidabili, le imprese dei giovani che salirono sulle montagne, si nascosero nei granai e vissero giorni intensi per un ideale, qualche volta sbagliarono anche, ma alla fine l’ebbero vinta. Oppure fare un pellegrinaggio nei luoghi della storia che oggi sono luoghi della memoria. Luoghi in cui andare, quando sarà possibile, per rendere omaggio a chi decise che la misura era colma ed era il caso di combattere per qualcosa di leggero e importante che si chiama libertà. Luoghi sempre considerati minori ma che un giorno l’anno tornano a essere i luoghi fondanti su cui si basa la Repubblica Italiana, quella fondata sul lavoro e sull'antifascismo, costruita con il sacrificio di tanti giovani che hanno fatto la nostra Resistenza.
Se il tempo lo permette una passeggiata per i sentieri del Parco regionale storico di Monte Sole a Marzabotto, in provincia di Bologna, è l’occasione per una gita che unisce natura e storia. Qui, nel territorio tra il Reno e il Setta, durante la Seconda Guerra Mondiale le Ss tedesche e i soldati della Wehrmacht rastrellarono centinai di civili facendo terra bruciata di tutto e di tutti. Alla fine in sei giorni di violenze, tra il 29 settembre e il 5 ottobre del 1944, vennero uccise 770 persone. Il parco costruisce un omaggio alla memoria delle vittime.
Info: parco di Monte Sole; maggiori info nel nostro articolo dedicato.
Impegnato da anni nella raccolta e nella conservazione di documenti sulla lotta di Resistenza il museo storico della Liberazione di via Tasso è un buon luogo dove coltivare la memoria e l’impegno civile per non dimenticare le vittime di quei mesi di battaglie intestine.
Il sacrario delle Fosse Ardeatine ricorda il massacro di 335 persone trucidate dagli occupanti nazisti il 24 marzo 1944 nelle cave di pozzolana di Via Ardeatina. Tra loro c’erano figure di spicco della Resistenza romana, ma altri erano semplicemente dei sospetti, altri totalmente innocenti e inconsapevoli. Tra questi anche 70 ebrei, colpevoli solo di essere erbrei. Alle spalle del mausoleo si trova il museo che raccoglie cimeli e documenti che raccontano la vita nella Capitale tra l’8 settembre 1943 e la Liberazione del 4 giugno 1944.
È aperta da qualche anno la Casa della memoria di Milano: si trova in via Confalonieri 14, all’Isola. Ospita le associazioni che si impegnano a difendere e diffondere la storia di Milano, simbolo della Resistanza al nazifascismo e della lotta per la democrazia. Al suo interno la mostra multimediale Gli occhi della Resistenza, che racconta con suoni e voci le emozioni e le sofferenze, le aspettative e le motivazioni che settant’anni fa animarono i protagonisti della Resistenza.
Era il 12 agosto del 1944, l’alba. A Sant’Anna di Stazzema, tra le montagne in provincia di Lucca, da qualche settimana si erano radunati un migliaio di sfollati. Più in alto, sulle creste, giravano alcune brigate partigiane che però in quei giorni stavano ben alla larga sia dai tedeschi che dai rifugiati. Quella mattina tre colonne di Ss risalirono la valle e circondarono il paese prima delle sette. In tre ore uccisero 560 civili, in gran parte bambini, donne e anziani. Non fu rappresaglia, sancì tempo dopo un tribunale militare di La Spezia, ma un atto di vile terrorismo. Oggi un parco e un monumento ai caduti mantengono viva la memoria dell’eccidio.
Da qualche parte dovevano passare le migliaia di prigionieri destinati ai campi di concentramento tedeschi. Il campo di Fossoli, a 5 chilometri da Carpi in provincia di Modena, era uno di questi posti. Costruito nel 1942 per ospitare i militari inglesi catturati in Africa, dal dicembre del 1943 divenne un campo di transito e di concentramento della Repubblica Sociale Italiana, in cui venivano rinchiusi all’inizio gli ebrei e poi anche gli oppositori politici. Oggi le baracche e le strutture di raccolta fanno parte del Campo di concentramento di Fossoli e museo del Deportato politico e razziale di Carpi.
Un modo per coniugare passeggiate naturalistiche e storia, camminando nei duri sentieri di montagna che attraversavano il territorio della Repubblica dell’Ossola, la più grande, illusoria e longeva tra le Repubbliche partigiane sorte dopo l’armistizio dell’8 settembre.
10. Il sentiero della libertà, Abruzzo
Solitamente si ripete ogni anno da Sulmona (Aq) a Casoli (Ch) la marcia sul Sentiero della libertà, la via di fuga tra i monti della Maiella di migliaia di prigionieri alleati e di giovani italiani che lottavano per la liberazione d’Italia, divisa dalla Linea Gustav dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, quando l’Abruzzo divenne terra di confine e speranza per i fuggiaschi che si schieravano con l’Esercito Alleato. (Ringraziamo per la segnalazione il console Elio Torlontano)
Ha un nome lungo e articolato il Museo della resistenza di Torino. Si chiama Museo della resistenza, della deportazione, della guerra dei diritti e della Libertà ed è un museo dedicato alla Memoria della seconda guerra mondiale. Uno spazio interattivo aperto alla più ampi riflessione sul Novecento. Ospitato nel palazzo dei Quartieri militari di San Carlo rievoca la vita a Torino tra il 1938 e il 1945, dalle leggi Razziali alla Costituzione con cinque sale che raccontano come era vivere nel capoluogo sotto il regime fascista e sotto l’occupazione, sotto le bombe e finalmente liberi.