C'è un business da (stimati) 50 miliardi di dollari dietro le Olimpiadi invernali di Sochi. E i quotidiani di tutto il mondo, in occasione dell'inaugurazione, pubblicano l'elenco delle grandi aziende del proprio Paese che si sono conquistate una quota di questa gigantesca torta. Basta pensare all'energia elettrica fornita dalla centrale Enel, 100% made in Italy, di Nevinnomyssk oppure ai dispositivi di sicurezza per le telecomunicazioni forniti da Finmeccanica. Perché i Giochi Olimpici di Sochi che si inaugurano stasera e si concluderanno il 23 febbraio, stanno accumulando record su record. Oltre a rappresentare la manifestazione olimpica più costosa della storia (il budget iniziale, pur stellare, era di 12 miliardi), con 88 Paesi partecipanti sono anche quelli con la rappresentanza più ampia; in questa occasione Dominica (Stato insulare dei Caraibi), Malta, Paraguay, Timor Est, Togo, Tonga, Zimbabwe faranno il loro esordio ai Giochi olimpici invernali.

Vale però la pena di approfondire un risvolto meno enfatizzato: il contributo di alcune imprese dell'area alpina, evidente segno dell'affermarsi di know how ormai riconosciuti a livello planetario. Sarà il crescente numero di russi che trascorrono le vacanze invernali nelle Alpi, o l'indiscusso prestigio accumulato sia grazie alle Olimpiadi di Torino sia attraverso modelli vincenti come quello di Dolomiti Superski, ormai con 450 impianti di risalita e 1200 chilometri di piste tra i più importanti al mondo.

È così interessante scoprire che l'austro-italiana Doppelmayr, con uno stabilimento anche a Lana (Bz) ha fornito ben 40 impianti a fune tra funivie, cabinovie e skilift, tra cui la cabinovia più lunga e veloce al mondo, la 3S Laura che viaggia a 8,5 m/s (circa 30 km/h) per 5,3 chilometri, superando un dislivello di oltre mille metri. E la 3S Rosa Khutor Olympic Village che associa alla capacità oraria da record (4.500 persone/ora) anche la disponibilità di 12 cabine per il trasporto auto.

È invece tutto italiano il know how dei gatti delle nevi utilizzati a Sochi. Un battaglione di oltre 60 battipista del valore di 15 milioni di euro, costruiti dalla gardenese (oggi con sede a Vipiteno)  Prinoth, garantisce la perfetta manutenzione delle piste da competizione nel comprensorio sciistico Rosa Khutor: discesa libera, supercombinata, slalom, slalom gigante, freestyle e snowboard. Per i curiosi: dalle immagini si può notare la targa da automobile sui battipista; in Russia, infatti, dato il clima i cingolati da neve sono immatricolati alla stessa stregua degli altri veicoli...

Non manca, per le discipline nordiche, il contributo di un altro specialista. Technoalpin di Bolzano, infatti, oltre a festeggiare i 25mila “cannoni sparaneve” prodotti in dieci anni, a Sochi mantiene innevato l'intero comprensorio dove si svolgeranno le gare di sci di fondo e biathlon. Senza dimenticare che due stadi, quello dell'hockey e quello del curling, sono proprio firmati da un'altra azienda dell'area alpina, la StahlBau Pichler, sempre di Bolzano.

C'è quindi solo da augurarsi che i nostri atleti raccolgano a Sochi gli stessi successi già conseguiti dalle aziende del settore...