Dopo quasi quarant'anni uno tra i più famosi ecomostri del Norditalia - che ha deturpato uno dei più bel paesaggi prealpini - sta per essere completamente abbattuto. Stiamo parlando della struttura in cemento armato che avrebbe dovuto diventare la stazione a monte di una funivia panoramica sul lago di Lugano, mai completata, né realizzata.

La costruzione era a pochi passi dal cosiddetto Balcone d'Italia, ossia la vetta della Sighignola (1302 m), a sei chilometri da Lanzo d'Intelvi (Co) e praticamente sul confine di stato fra Italia e Svizzera. Il luogo gode di una vista panoramica eccezionale sul sottostante Ceresio: il bosco precipita a valle ripidissimo su Campione d'Italia, mentre sul lato opposto del lago si allarga l'abitato di Lugano. Più lontana, la chiostra di monti che appare alla vista è estesissima e va dalla piramide del Monviso alla Jungfrau. La spettacolare vista rese entusiasta del luogo il fondatore del Touring Club Italiano Luigi Vittorio Bertarelli che si fece promotore della costruzione di una strada carrozzabile da Lanzo d'Intelvi. E infatti oggi sul balcone panoramico un cippo ricorda proprio quanto il Tci si battè per rendere accessibile a tutti un luogo panoramico di rara bellezza.

Poi negli anni Sessanta, per assecondare richieste di turismo in espansione, sorse il progetto di una funivia che avrebbe dovuto collegare Campione d'Italia alla vetta della Sighignola, con partenza e arrivo in Italia attraverso un viaggio aereo che sorvolava i boschi del Canton Ticino, nel Comune di Arogno. Si costruì la struttura della stazione a monte proprio pochi metri sotto il Balcone d'Italia, nel bosco sottostante. L'opera, per varie cause, non fu mai finita ed è rimasta lì quasi 40 anni a deturpare la vista.

Oggi finalmente sono iniziati i lavori di abbattimento e del conseguente ripristino ambientale. Merito di tutti coloro – e sono tantissimi – che in questi anni, saliti alla Sighignola e scandalizzati dal panorama deturpato, hanno scritto e hanno protestato perché si ponesse fine allo scempio. Il Comune svizzero di Arogno, sul cui territorio insiste l'impianto, si è fatto carico della maggior parte del costo dell'abbattimento e della riqualificazione, insieme alla Confederazione elvetica, stimato in un milione e 700.000 franchi svizzeri, pari a un milione e 400.000 euro.

Il Touring, così come le altre associazioni ambientaliste che si sono battute per porre fine a questo scempio ambientale, non può che salutare con viva soddisfazione questa nuova fase in cui il bel paesaggio prende il sopravvento al fine di offrire ai turisti che saliranno lassù, oltre al panorama eccelso, anche una struttura ricreativa comune che faccia da ponte ideale fra i due Stati confinanti.