Definire la Calabria “la punta dello Stivale” è suggestivo ma poco realistico. Più che una punta, la Calabria pare una penisola nella penisola. Lo si percepisce lasciando il panorama con pochi eguali che si ammira dal lungomare di Reggio Calabria, e guadagnandosi le sue montagne tornante dopo tornante. Perché per i calabresi la Calabria più che mare è montagna.
Per dare sostanza alle sensazioni sono d’aiuto i numeri, che di rado mentono. La Calabria si estende per più di 15.000 chilometri quadrati, ma di abitanti ne conta circa due milioni, divisi in poco più di un centinaio per chilometro quadrato. Tanto per capirci, Milano occupa una superficie di nemmeno 200 chilometri quadrati con una densità di 7.500 abitanti per kmq.
La traduzione di questa noiosa premessa è che un viaggio in Calabria apre alla dimensione dello “sconfinato” e del “selvatico”. Il tentativo di contenere le spinte di una natura tanto dominante e regolarne gli spazi per tutelarne l’integrità è il compito oneroso dei parchi naturali. Tra il Tirreno e lo Ionio se ne contano addirittura quattro: i parchi nazionali dell’Aspromonte, della Sila e del Pollino e il parco regionale delle Serre.
Parco Nazionale dell'Aspromonte
L'AMBIZIONE DI UNA RETE SENTIERISTICA UNICA
A questi parchi si devono due progetti ambiziosi, che sono decollati con la spinta della Regione Calabria e che stanno atterrando con tutte le difficoltà di farlo tra montagne, altipiani, foreste e forre. Della Ciclovia dei Parchi avevamo già dato notizia. Qui ci dedichiamo al Sentiero Calabria, novità annunciata lo scorso autunno a Verona, nell’ambito del Salone Mondiale del Turismo nei Siti e nelle Città Patrimonio UNESCO. Il progetto “Sentiero Calabria” è quello di ricalcare i 654 km con cui il suo antenato Sentiero Italia percorre le terre alte appenniniche della regione.
A dare seguito a uno stanziamento di più di 6 milioni di euro del Programma Operativo della Regione Calabria 2014/2020 a maggio 2023 è attivo un “work in progress” degli enti dei parchi nazionali del Pollino, della Sila e dell’Aspromonte, insieme al parco naturale regionale delle Serre che per la prima volta collaborano per qualcosa di più di un progetto escursionistico, ovvero di un rilancio turistico dell’entroterra della Calabria, portandolo fuori dal controllo del territorio, dalla gestione assistenziale e dai protettorati della politica. Sarebbe una vera rivoluzione verde in una terra davvero dal potenziale incalcolabile.
Questo cammino è una bella intuizione, perché può veicolare un lavoro capillare che punta a identificare tutti i percorsi calabresi, anche minori, per unirli in una mappa sentieristica che raggiungerebbe i 1.600 km di sviluppo, da percorrere rigorosamente a piedi. La Calabria con le sue risorse naturalistiche e paesaggistiche potrebbe davvero candidarsi a meta d’elezione per un turismo escursionistico e sostenibile.
Un faggio secolare nel Parco Regionale delle Serre / foto Fabrizio Milanesi
I PROTAGONISTI DEL RECUPERO, DALL'ASPROMONTE ALLA SILA
In una complessità cosi spessa si stanno muovendo molti attori, gli enti dei parchi soprattutto e molte piccole giovani imprese che tentano di valorizzare un territorio in cui poter aggiungere una opzione all’emigrazione: restare, investire e vivere senza resistere.
Attraversando i quattro parchi in questa primavera di scrosci e temperature anomale molte le spinte positive che abbiamo registrato. Quella di Giorgio Cotroneo e Sabrina Scalera, per esempio, funzionari del parco dell’Aspromonte, capofila del progetto “Sentiero Calabria”, e quella di Giuseppe Carbone e Daniele Perrone, giovani e intraprendenti imprenditori che a Gambarie - siamo sempre nell'Aspromonte - coltivano fragole e seminano grani antichi: hanno capito il potenziale dell’idea del Sentiero Calabria e vogliono investire in servizi per l’accoglienza e il cicloturismo.
Antonio Barca, guida ambientale escursionistica nel Parco dell'Aspromonte / foto Fabrizio Milanesi
Stesso atteggiamento positivo lo si ritrova nel cuore della Sila, dove le guide del parco e il Nucleo operativo dei Carabinieri accolgono e spiegano le risorse della Sila Piccola e della Sila Grande nel centro visite Antonio Garcea, a Villaggio Mancuso a Taverna, tra percorsi faunistici, progetti di reinserimento, allestimenti multimediali che ne fanno un punto di riferimento per la divulgazione anche a bambini e scolaresche.
Parentesi dovuta per Villaggio Mancuso, che non è un posto qualsiasi. Si tratta di un complesso architettonico nato negli anni Trenta grazie alla visione di Eugenio Mancuso, un imprenditore che decise di riutilizzare il legno invenduto per replicare un tipico villaggio alpino nella Sila catanzarese. Apprezzarono in molti, anche alcuni protagonisti la dolce vita cinematografica del dopoguerra... da Sophia Loren a Silvana Mangano, Vittorio Gassman e Gigi Proietti. Per scongiurare il degrado che lo ha afflitto per anni oggi Villaggio Mancuso è sotto la tutela del Segretariato regionale del ministero della Cultura.
Centro visite Parco della Sila Antonio Garcea, Villaggio Mancuso / foto Fabrizio Milanesi
Centro visite Parco della Sila Antonio Garcea, Villaggio Mancuso / foto Fabrizio Milanesi
Dal territorio e dal basso si notano altri esempi di rilancio. Noemi Guzzo a Lorica, sulla Sila Grande, sta praticando esercizi di fiducia quotidiana, mettendo in rete le forze giovani di un borgo di 34 (34!) residenti per creare un centro ricettivo e attività di turismo slow, tra bici, canoa, torrentismo e ovviamente trekking. Noemi è una classe ’91, ha una formazione solida e un approccio deciso e fresco al lavoro che sta portando avanti. Un bell’esempio che oscura molta retorica che soffoca il meridione.
Lago Arvo a Lorica, nel Parco Nazionale della Sila / foto Shutterstock
L’altra faccia della resilienza è quella malinconica, a tratti surreale di Bruno, uno che di mestiere fa il carbonaio, ma che dalla confidenza con le pose sembra un attore consumato di un western all’italiana. Bruno ha una sessantina d’anni, una moglie e quattro figlie. Definisce la sua vita “perfetta” e a Serra San Bruno (nel parco regionale delle Serre) accatasta e brucia le legna degli “scarazzi”, pile di tronchi che insieme alla terra umida compongono una sorta di fornace naturale, da alimentare giorno e notte con la legna. Il fumo e il calore trasformano le legna che circondano la caldaia in carbone. Un cumulo nero di cui Bruno prende pieghe e colori.
Oggi il carbone vegetale si impiega nella farmaceutica e nella ristorazione, ma il motivo della presenza di carbonaie nel cuore di un parco dove crescono imperiosi abeti secolari si spiega nei libri di storia, che raccontano di un territorio che nel diciottesimo secolo era la fucina delle Reali Ferriere e Fabbrica d’Armi.
Serra San Bruno, Bruno uno degli ultimi carbonai / foto Fabrizio Milanesi
Anche nel Pollino, il più esteso dei quattro parchi in cerca di un matrimonio turistico, si trovano persone che restano, anzi che ritornano. Patrizio e Sabrina hanno lasciato la Germania per mettere radici e per dare un riferimento a chi cammina lassù, al Piano di Lanzo, sul Sentiero Calabria. Sfornano piatti memorabili della tradizione locale e molti sorrisi. Fanno su e giù da San Donato di Ninea, un borgo magnifico aggrappato al Cozzo del Pellegrino, perché in rifugio aspettano ancora l’acqua calda.
Patrizio e Sabrina la loro scelta l’hanno fatta, ci credono al Sentiero Calabria, così come Giuseppe, Daniele, Noemi. Ora tocca a chi conta e decide non fare spegnere quella fiducia che va oltre le dichiarazioni d’intenti. Non basterebbe nemmeno l’ultimo dei carbonai ad alimentarla.
San Donato di Ninea / foto Fabrizio Milanesi
INFORMAZIONI UTILI
- Il sito web e una app che raccolgono tappe e descrizioni del Sentiero Calabria sono in fase di realizzazione.
- Le tappe a sud del percorso si trovano sul sito www.parconazionaleaspromonte.it.
- Per informazioni generali sul territorio rimaniamo anche ai siti ufficiali del Parco delle Serre; Parco della Sila; Parco del Pollino.
Silavventura / foto Fabrizio Milanesi
DORMIRE E MANGIARE
- Aspromonte: Hotel Excelsior, a Gambarie (tel. 0965 743049): semplice e accogliente soprattutto dalla proposta culinaria autentica e generosa.
- Aspromonte: Ristorante il Bucaneve, a Gambarie: ricette semplici, legate alla tradizione aspromontana
- Serre: Ristorante degli Amici a Mongiana (VV): per una cucina del territorio concentrata su funghi e selvaggina.
- Sila: Hotel Parco dei Pini, a Taverna (CZ): struttura moderna, arredi minimali e confortevoli, piscina e spa.
- Sila: Ristorante Silavventura, a Lorica (CS): chalet immerso negli abeti a due passi del centro visite, coordina anche un suggestivo Parco Avventura. 
- Pollino: Hotel Barbieri, ad Altomonte (CS): un riferimento dell'accoglienza nel Parco del Pollino. Enzo Babieri è un ambasciatore dei sapori calabresi nel mondo.
- Pollino: Ristorante rifugio Piani di Lanzo a San Donato Di Ninea (CS): meglio programmare una sosta dilatata, i piatti sono esageratamente buoni e sostanziosi.
 
L'insalata di carciofi secondo Enzo Barbieri / foto barbieri.net