A chi appartiene la bellezza del paesaggio: alla collettività o ai privati? Annosa questione. Il paesaggio è tutelato dalla Costituzione, lo dice l’articolo 9. E dunque per logica e buon senso l’interesse pubblico dovrebbe essere superiore a qualunque interesse privato.
E così la vicenda della spiaggia della tonnara di Scopello, nel Comune di Castellamare del Golfo in provincia di Trapani, sembrerebbe essere semplice da dirimere. C’è una tonnara storica, i cui primi fabbricati risalgono al XIII secolo e la cui proprietà è sempre stata privata, il cui accesso al mare è regolato da un biglietto d’ingresso (3 euro) che comprende anche la visita alla struttura. E c’è un sindaco, Nicolò Coppola, che invece invoca il libero (e gratuito) passaggio di tutti per accedere al mare. I privati dicono che grazie a loro adesso la battigia è protetta e pulita e prima era un bivacco incontrollato. Il sindaco sostiene che l’accesso al mare non può essere privato e minaccia l’esproprio.
Chi ha ragione? Il sindaco, verrebbe da dire. Ma la questione è complessa e articolata. Come spesso accade in Sicilia nulla è come sembra, e tutto si presta a interpretazioni e a un gioco delle parti che sconvolge il canovaccio e sovverte i ruoli. Così, per esempio Legambiente e gli ecologisti stanno con i privati e non con il Comune. Possibile?
IL NOCCIOLO DELLA QUESTIONE
Sì, possibile. Il motivo del contendere è una striscia di terra di 200 metri che porta al mare. A gennaio il Comune ha predisposto che venissero fatti dei lavori minimi per rendere libero l’accesso all’acqua, eliminando di fatto il passaggio attraverso la tonnara che è di proprietà di una Comunione di trenta persone, eredi di fatto di quel capolavoro architettonico che è il complesso dell’antica tonnara. La Comunione si è opposta. E gli ecologisti con loro. «Stiamo parlando di un luogo unico, non di un tratto di mare come tutti gli altri, qui non c’è demagogia e battaglia. Grazie ai privati non c’è più il bivacco che c’era una volta, quando piantavano le tende, la sera accendevano fuochi e defecavano ovunque» ha dichiarato al Corriere della Sera Gianfranco Zanna, direttore di Legambiente Sicilia.
Ma il sindaco va dritto per la sua strada e invoca il superiore interesse del bene comune. «Passaggio libero come vuole la legge significa che devono comunque esserci delle regole che disciplinano l’accesso al mare. Ma deve cessare l’onere a carico di turisti e dei cittadini di pagare un biglietto a soggetti privati per accedere e fruire del mare» sostiene Coppola. «Una convenzione, non chiediamo tanto, un semplice accordo per regolamentare gli accessi. Ed evitare che un bel giorno i proprietari si sveglino e decidano di tenere chiuso il cancella» ha spiegato al Corriere Coppola.
«Questo non è uno stabilimento balneare, ma un bene storico. Un monumento aperto 365 giorni l’anno in cui abbiamo investito senza ricevere alcun finanziamento pubblico» spiega Leonardo Foderà amministratore della Comunione di Scopello, che tra le altre cose ha ristrutturato la tonnara ricavandone appartamenti che vengono affittai ai turisti.
Di nuovo: chi ha ragione? A livello ideale forse il sindaco. A livello pratico, visto come gestisce i beni demaniali il pubblico, viene da dire i privati. Che almeno una corretta gestione del bene la stanno assicurando. E viste le esperienze passate potrebbe essere meglio la strada vecchia di quella nuova. O no? Che cosa ne pensate?