A Bologna, il 10 novembre alle 14, nella sala della biblioteca del chiostro monastico della Basilica di Ss. Stefano (via S. Stefano 24) si tiene il convegno Governare l'uso del suolo, organizzato dall'Istituto nazionale di urbanistica (Inu), Legambiente, Politecnico di Milano e Fondazione Cariplo.

L'occupazione dei terreni agricoli o comunque dei suoli liberi da parte di strutture in cemento determina il fenomeno, ormai quasi irreversibile, dell'urbanizzazione. Il fenomeno sta diventando sempre più allarmante ed è spesso causa principale, anche se non unica, dei tragici eventi alluvionali – Genova, l'occupazione dei greti e degli alvei dei fiumi sono degli esempi – cui stiamo assistendo con sempre maggiore frequenza.

Il governo dell'uso del suolo è quindi sempre più una necessità da parte delle istituzioni per non aggravare una situazione ambientale già molto compromessa. Il convegno di Bologna vuole affrontare questi temi, con l'illustrazione, da parte di vari relatori, di alcune strategie per il contenimento del consumo di suolo tra province e comuni. Intervengono con esempi concreti Marco Longoni, responsabile del servizio di pianificazione territoriale di Monza e Brianza; il sindaco di Ronco Briantino; il direttore del settore pianificazione territoriale della provincia di Bologna; un rappresentante della provincia di Lodi; il sindaco di San Fiorano e vari altri relatori.

Il convegno di Bologna fa seguito alla prima assemblea del forum Salviamo il paesaggio che si è tenuta il 29 ottobre scorso a Cassinetta di Lugagnano (Mi), il primo comune italiano a zero consumo di suolo: in pratica, il paese ha adottato un piano regolatore che esclude la possibilità di edificare occupando nuove superfici. Il sindaco del comune lombardo, il cui territorio è compreso all'interno del parco naturale del Ticino, consapevole che ogni anno in Italia si perde una quantità di suolo pari a 240mila campi da calcio è riuscito a trasformare un anonimo comune in un concreto esempio di riferimento per l'intero Paese.

Carlo Petrini, presidente di Slow Food e tra i primi aderenti al Forum nazionale Salviamo il paesaggio – difendiamo i territori, ha dichiarato che dal 1950 a oggi l'Italia ha perso milioni di ettari della sua superficie libera: è giunto il momento - ha detto - di fare una campagna comune, di presidiare il territorio in maniera capillare a livello locale, di amplificare l'urlo di milioni di italiani che sono stufi di vedersi distruggere paesaggi e luoghi del cuore.