«Todos somos americanos». Tre parole scandite con solennità davanti alle tv e la storia fa un salto. Quelle pronunciate ieri dal presidente americano Barack Obama (e in contemporanea confermate anche dal presidente Raul Castro) citano volutamente il famoso «Ich bin Berliner» di John Fitzgerald Kennedy davanti alla porta (sbarrata) di Brandeburgo nel 1963 a Berlino.
Come quello di JFK fu il primo colpo di piccone al muro tra le due Germanie in molti si augurano e ci auguriamo che le tre parole di President Obama rappresentino il primo colpo di piccone (complice Papa Fancesco) al muro che ha rappresentato l'embargo imposto dagli Usa all'isola caraibica nel 1962.
 
RITORNARE A CUBA
A parte le questioni geo politiche, le reazioni del congresso, le manifestazioni al bar Versailles di Little Havana a Miami che in questa sede non ci competono, che cosa potrebbe cambiare con questa storica riapertura delle relazioni interrotte da 52 anni?
A Touring Club Italiano interessa di sicuro che si spalanchi un'altra frontiera per la libera circolazione dei viaggiatori e con questa in particolare che permetterà ancora di più l'accesso e una maggiore conoscenza di un popolo e di una cultura estremamente interessante e composita come quella di Cuba.
Una cosa è certa. In tanti che soffrivano l'astinenza e provavano la tentazione di ignorare o violare l'embargo, americani per primi, vorranno mettere piede o ritornare sulla isla grande caraibica. “Non è ancora una democrazia”, “è ancora una dittatura”, “la politica di cambiamento del fratello di Fidel va troppo lentamente” … Tutto vero, ma il turismo potrebbe svolgere la stessa funzione di portatore sano, di conoscenza reciproca, di pressione economica, di stimolo al cambiamento prima negato poi riconosciuto dalla stessa Aung San Suu Kyi in Birmania.
 
IL TURISMO A CUBA DALL'ITALIA
Per quello che riguarda noi italiani, il flusso di turisti e visitatori è sempre stato in crescendo negli ultimi anni ma ora che anche il grande fratello yankee comincia a non vedere più nell'Avana la capitale di un paese canaglia sarà ancora più tranquillizzante soggiornare nelle case particulares della vecchia Avana, scoprire il panorama della città spagnola dalla terrazza dell'hotel Ambos Mundos, ascoltare la musica afro dal vivo degli eredi di Buena Vista Social Club, sorseggiare un mojito alla Bodeguita del Medio o un daiquiri al Floridita, vedere i set del cinema cubano, prendere un gelato da Coppelia, set di Fragola e cioccolato, e ancora fotografare le ultime cadillac superstiti dalla fuga di Batista e degli ultimi biscazzieri e mafiosi dei casinò, rimettere piede nei saloni art déco all'hotel National o al Riviera di Frank Sinatra, carichi di glorie (e di foto) della Hollywood in bianco e nero, e poi attraversare in auto o autobus i tornanti della Sierra Maestra inseguendo il Barbudos trail per sbucare tra le architetture coloniali di Trinidad o a Santa Clara, visitare la Finca Vigìa la residenza di campagna (oggi museo) dell'Ernest Hemingway da Nobel de Il vecchio e il mare, ancora abitata dagli eredi dei suoi mitici gatti con le zampe con sei dita... per finire a rotolarsi sulle spiagge o tuffarsi tra le acque cristalline di Cayo Largo o tentare la pesca al marlin al largo delle spiagge di Cayo Coco e Cayo Guillermo, tra migliaia di fenicotteri rosa in sosta nelle acque salmastre.

Insomma a maggior ragione oggi, gli spunti e le occasioni per tornare a Cuba non mancano certo.