Creatività e cultura, le massime espressioni dell'eredità e della civiltà del nostro Paese, sono state al centro dell'incontro milanese che ha visto ieri politici e imprenditori, personaggi dell'arte, dello spettacolo, dei media, dell'editoria e della televisione scambiarsi opinioni, formule e possibili soluzioni per conservare, valorizzare e sviluppare questi nostri due tesori prestigiosi e, dai dati presentati, unici al mondo.

Secondo gli intervenuti, moderati da Sarah Varetto, direttrice di Sky Tg24, i due poli hanno anche un indiscutibile valore economico (poco meno di 50 miliardi di euro, vale a dire il 2,9 per cento del Pil), sociale e sociologico (il 41 per cento degli occupati in questo settore sono giovani tra i 15 e i 39 anni, molto di più della media degli altri settori). Due settori che anche in termini di occupazione valgono da soli quasi un milione di posti di lavoro. La ricerca 'Italia Creativa' è stata commissionata dalla Siae e dal MiBact a EY.

Presenti all'incontro Donato Iacovone ad di EY, Ernesto Mauri ad di Mondadori, Filippo Sugar, presidente Siae, Andrea Zappia, ad di Sky Italia, la produttrice cinematografica Francesca Cima ("La grande bellezza”), Sergio Escobar, direttore del Piccolo Teatro, Christian Greco, direttore del Museo Egizio di Torino. Oltre 60 personalità sono poi intervenute in video a portare il loro contributo di solidarietà e di idee: da Carlo Verdone a Dacia Maraini, da Ennio Morricone a Fiorello, da Fabio Fazio a Paolo Conte, da Mogol a Malika Ayane, da Erri de Luca a Linus, da Walter Veltroni a Gianni Letta, da Domenico Procacci a Ferruccio De Bortoli...
 

Al ministro Dario Franceschini forte e chiara la richiesta di sostenere questo decisivo comparto industriale e di difenderlo anche da un mercato poco corretto, di schierarsi contro la pirateria e a favore di un rigoroso rispetto del diritto di autore. Ha strappato applausi Ernesto Mauri quando ha chiesto ad esempio che vengano colpite fiscalmente note aziende multinazionali che vivono aggregando e succhiando contenuti altrui e lucrando su creatività e culture non prodotte da loro con il rischio di inaridire completamente la loro stessa esistenza.
 
Lanciata in fine l'idea, in corso di elaborazione, di un marchio di qualità che unisca tutti i vari settori e che identifichi e garantisca anche visivamente l'Italia creativa.