Se ne parla da tempo del progetto di riaprire la cerchia interna dei Navigli a Milano. Ora è uscito anche un interessante saggio edito da Biblion edizioni e curato dall'Associazione Riaprire i Navigli, il cui convinto animatore è Roberto Biscardini. Il tema è stato al centro di un vivace dibattito il 18 maggio nella sede del Touring, dove il Presidente del Tci Franco Iseppi ha voluto invitare architetti, esperti e amministratori della città per fare il punto sulla questione davanti a un folto pubblico di milanesi e non.
 
Dal dibattito, al quale hanno partecipato fra l'altro l'assessore comunale Filippo del Corno e il presidente degli Amici dei Navigli Empio Malara, è emerso che il progetto è certamente un grande sogno; un sogno che affascina perché ridarebbe alla città una dimensione più umana, più lenta e quindi più sostenibile. Il presidente del Tci Iseppi ha poi osservato che ora in città c'è un clima nuovo in cui si può pensare anche di poter realizzare progetti ambiziosi. “Certo è anche un'operazione utopica”, ha aggiunto, ma di grande fascino e “potrebbe controbilanciare la città verticale di oggi con una città a sviluppo orizzontale” con il risultato di acquisire una forte attrattività in chiave turistica. Ha infine ricordato che la stessa realizzazione di piazza Gae Aulenti è di fatto una decisa discontinuità con il passato di Milano, Si sta diffondendo  l'idea che sia iniziata una nuova stagione per la città e ciò potrebbe portarla lontano e di nuovo tra le metropoli mondiali più vitali e interessanti.
IL TIPICO PAESAGGIO LOMBARDO
Biscardini ha tenuto a sottolineare come il progetto di riaprire i navigli in città (si tratterebbe di ripristinare circa 8 chilometri di corsi d'acqua) va visto come una naturale integrazione del paesaggio urbano storico milanese con l'hinterland e la confinante pianura irrigua, solcata ancora da navigli e canali.
Dopo quasi tre ore di dibattito è restato il sapore del sogno per un progetto molto affascinante ma che non sappiamo ancora se resterà nel cassetto o se avrò la forza di vedersi realizzata. I problemi sono tanti, a partire dal traffico delle auto da eliminare dalla cerchia e dalle linee tramviarie che dal centro si dipartono a raggiera verso la periferia, per non parlare degli accessi agli edifici, alcuni dei quali notevolmente cambiati da quando nel 1928 si decise la definitiva copertura dei navigli. Sembra fondamentale che un progetto così ambizioso per diventare realtà, oltre ai cospicui finanziamenti debba contare sulla convinta adesione da parte dei cittadini. E questa è tutta da verificare.