Per ora VenTo rimane una collana con tante perle ma nessun filo che la lega. Una ciclabile lunga 679 chilometri, da Torino a Venezia lungo l'asse del Po, con un potenziale di sviluppo enorme che però rischia di rimanere un bel progetto per intrepidi ciclisti se non si passa alla fase operativa.

Proprio per costruire insieme questo filo ieri il Politecnico di Milano ha riunito nell'Aula magna dell'Università enti territoriali, associazioni – tra cui il Touring Club Italiano – e il ministro della Cultura, Massimo Bray. Un incontro che è servito a rinnovare l'interesse di tutti gli attori verso un progetto strategico per il futuro del Paese. “Il progetto VenTo è un'iniziativa importante per lo sviluppo turistico del nostro Paese - ha commentato il ministro Bray -. VenTo può essere la prima infrastruttura ecocompatibile che qualifica il territorio in cui si sviluppa e racconta la storia di un paesaggio nel pieno rispetto del suo valore”.

Che la realizzazione di una dorsale cicloturistica sia strategica è chiaro a tutti. Ora si tratta di capire come realizzarla, a chi spetti la governance di un progetto che per forza di cose deve essere di rilevanza nazionale e come trovare i soldi che a ben vedere non sono neanche tantissimi. VenTo secondo i progetti del gruppo di studio coordinato dal professor Paolo Pileri costerebbe intorno agli 80 milioni di euro, il costo di due chilometri di autostrada.

“Recentemente – ha sottolineato Pileri - l'Unione Europea ha deciso di alzare la quota di investimenti dedicato al cicloturismo e agli assi ciclabili dallo 0,6% al 10% di tutti gli investimenti in mobilità nei 28 Paesi Ue. Ovvero oltre 6 miliardi di euro a disposizione per essere spesi”. Dunque i soldi da qualche parte ci sono. Ora si deve trovare il modo di accedere ai finanziamenti e realizzare un progetto tanto semplice quanto rivoluzionario.

“L'impegno del Mibac - ha continuato Bray - sarà quello di favorire la realizzazione del progetto in tempo per rafforzare l'esperienza di Expo 2015 grazie a una spinta economica che può generare alcune migliaia di posti di lavoro attraverso lo sviluppo di strutture ricettive, sportive, di attività culturali e di esperienze enogastronomiche”. Per arrivare a questo risultato servirebbe dunque l'impegno di tutti. E la riunione di ieri fa ben sperare, grazie alla presenza dei rappresentanti di diversi Comuni capoluogo, di alcune province e tante associazioni, tutti ben disposti a fare sistema. In prima fila il Touring che dall'inizio ha appoggiato il progetto Vento e nei mesi scorsi l'ha anche percorso durante il tour di sensibilizzazione promosso dal Politecnico e raccontato sul nostro sito.

Una partecipazione che ha colpito anche Bray. “Mi ha positivamente colpito la partecipazione di tutti gli attori coinvolti che stanno provando a fare sistema, consapevoli delle potenzialità che caratterizzano il progetto. Sono sicuro che il governo e gli enti locali comprenderanno l'importanza di iniziative come questa che non riguardano piccoli gruppi di amatori ma rappresentano esempi nazionali di sviluppo sostenibile". Ancora una volta non resta che pedalare.