E all'improvviso l'eruzione di Pompei cambia data. Uno degli eventi più famosi della storia italica, uno dei giorni stampati nella testa di milioni di studenti passa da agosto a ottobre, dall'estate all'autunno. Sempre dello stesso anno, certo: il 79 dopo Cristo. Ma due mesi sono un bel cambiamento, soprattutto visto che il cambiamento avviene in questi giorni dopo secoli e secoli di certezze.
Che cosa è successo? Che a Pompei si continua a scavare e che gli scavi non finiscono mai di regalare sorprese. Oggetti, resti di persone, pitture, architetture. E ora anche un'iscrizione preziosissima. ​"Potrebbe essere di un operaio buontempone che lo ha scritto sul muro di una stanza in ristrutturazione", all'interno di una frase scherzosa, ha detto il direttore generale Massimo Osanna. Una sorta di graffito ante litteram che - magari lasciato in un momento di svago - ci cambia tutta la storia.
OTTOBRE, NON PIÙ AGOSTO
Andiamo con ordine. Nella "casa del giardino" in corso di studio sono presenti moltissimi graffiti, soprattutto lungo le pareti dell'atrio e del corridoio d'ingresso: le frasi sono tavolta di carattere osceno, tavolta sono accompagnate da disegni (tra cui alcuni volti stilizzati). Straordinariamente, molti sono in buone condizioni. Si suppone che questi ambienti fossero in corso di ristrutturazione: non sono stati ritrovati infatti pavimenti e alcune pareti erano semplicemente intonacate. Di qui l'ipotesi che a vergare le scritte fossero operai al lavoro, certi che qualche tempo dopo i loro schizzi sarebbero stati cancellati dalla vernice. E invece avvenne quello che tutto sappiamo.

Tra tutte queste iscrizioni, ecco quella a carboncino che reca una data: il sedicesimo giorno prima delle calende di novembre, corrispondente al nostro 17 ottobre. Chi ci dice che non potesse risalire a qualche anno prima dell'eruzione? Semplice: il carboncino, fragile, evanescente, non resiste a alungo all'aria aperta. E' molto probabile che l'anno sia lo stesso della catastrofe. Che quindi, a questo punto, sarebbe avvenuta non il 24 agosto, ma il 24 ottobre. 


 

LE SORPRESE DI POMPEI
Ma da dove derivava la convinzione che l'eruzione fosse stata il 24 agosto? La datazione dello scoppio del Vesuvio viene da una lettera che Plinio il Giovane scrive a Tacito, raccontando il disastro. Plinio quindi sbagliò? E' più probabile che abbia sbagliato un amanuense in epoca medievale, copiando "agosto" invece di "ottobre".
Già c'erano dubbi sul mese, quando nell'Ottocento si trovarono tracce di conclusione della vendemmia: i grappoli molto più probabilmente erano maturi in autunno e non in piena estate. E anche resti di frutta tipicamente autunnale (come fichi secchi). Oltre alla scritta con il carboncino, poi, nella casa del "bracciale d'oro" è stata ritrovata anche una moneta che riferisce della quindicesima acclamazione di Tito ad imperatore, che oggi sappiamo (da iscrizioni rinvenute altrove) essere avvenuta dopo l'8 settembre del 79. Un altro prezioso indizio per ridatare l'eruzione. Quale sarà la prossima scoperta nell'infinito cantiere di Pompei?