Dal 1 novembre riaprono al pubblico due importanti dimore pompeiane, la Casa dei Ceii,  i Praedia di Giulia Felice. Dei due edifici, la Domus dei Ceii era chiusa da diversi anni, mentre i Praedia di Giulia Felice erano stati in parte riaperti dopo il restauro avvenuto tra il 2015-2016 nell’ambito del Grande Progetto Pompei.
I due complessi negli anni erano purtroppo esposti a un serio rischio degrado che stava intaccando intonaci decorati e pavimenti di grande pregio. Gli interventi realizzati fanno parte del progetto “Italia per Pompei” finanziato con fondi della Comunità Europea, che già aveva interessato altre case delle Regiones I e II, tra cui la Domus del Larario Fiorito e la Domus del Triclinio all’aperto, riaperte lo scorso anno.
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Torna, dunque, nuovamente visibile la grande scena di caccia con animali selvatici che orna la parete di fondo del giardino della Casa dei Ceii, nonché i paesaggi popolati di Pigmei e di animali tipici del Delta del Nilo raffigurati sulle pareti laterali. Si tratta di soggetti che spesso ricorrono nella decorazione dei muri perimetrali dei giardini pompeiani. In questo caso, con ogni probabilità, il tema delle pitture testimoniava anche un legame che il proprietario della domus aveva per il mondo egizio e per il culto di Iside, particolarmente diffuso a Pompei negli ultimi anni di vita della città. 
Nella casa sarà riproposto parte dell’allestimento originario della dimora, con la ricollocazione del tavolo in marmo e della vera di pozzo nell’atrio, dove è anche visibile il calco di un armadio e il calco della porta di accesso della casa. Mentre nella cucina è visibile una piccola macina domestica.
La proprietà della domus è stata attribuita al magistrato Lucius Ceius Secundus, sulla base di una iscrizione elettorale dipinta sul prospetto esterno della casa. La facciata della domus, con il suo rivestimento a riquadri in stucco bianco e l’alto portale coronato da capitelli cubici, esprime la severità di forme che doveva avere una casa di livello medio d’età tardo sannitica (II sec. a.C.). 
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IL COMPLESSO DI GIULIA FELICE 
Il complesso di Giulia Felice sorge alla fine del I sec. a.C. dall’accorpamento di costruzioni preesistenti. Si presenta come una “villa urbana”, abbellita da ampi spazi verdi e articolata in una casa ad atrio, un grande giardino su cui si aprono gli ambienti residenziali, un quartiere termale riccamente decorato e un parco.
Il complesso deve il suo nome ad un’iscrizione dipinta in facciata (ora al Museo Archeologico Nazionale di Napoli), in cui l’ultima proprietaria, Giulia Felice, dopo il disastroso terremoto del 62 d.C., annunciava la locazione di parte della sua proprietà. La casa, scavata e poi ricoperta al termine delle esplorazioni di età borbonica, è stata interamente portata alla luce negli anni ’50 del Novecento.
INFO E ORARI DI VISITA
Dal 1 novembre al 31 marzo: Pompei 9-17 (ultimo ingresso 15.30) sabato e domenica apertura ore 8.30. Oplontis, Stabia 8.30 -17 (ultimo ingresso 15.30). Antiquarium di Boscoreale 8.30 - 18.30 (ultimo ingresso 17).