Fiumi puliti per mari puliti. Un intento che ha una logica semplice, ferrea, assolutamente efficace, una logica che sta guidando uno dei primi progetti al mondo che affronta l’inquinamento marino cercando di raccogliere plastiche e rifiuti indifferenziati poco più a monte. Intercettare i rifiuti nei corsi d’ acqua infatti, è più facile ed economico, facilita il riciclo e previene l’inquinamento marino e la possibile formazione di microplastiche.
Si chiama “Il Po d’Amare” il progetto che coinvolge il fiume più esteso d’Italia e che dopo una prima sperimentazione nel 2018 alla sua foce ferrarese viene ora messo in opera a Torino. Fino alla fine del 2019 uno “Seasweeper” verrà infatti posizionato in zona Murazzi, proprio in prossimità del centro storico, fra i ponti Vittorio Emanuele I e Umberto I.
La raccolta dei rifiuti durante il progetto pilota alla foce del Po
Il dispositivo Seasweeper è una specie di macchinona acchiappa-rifiuti, dotata di barriere in polietilene galleggianti che non interferiscono con la flora e la fauna del fiume. Il precedente è incoraggiante se pensiamo che nei 100 giorni in cui lo Seasweeper è stato posizionato a 40 chilometri dalla foce ferrarese del Po, più precisamente in località Pontelagoscuro, sono state raccolto circa 3 quintali di rifiuti, stipati in 8 big bags, di cui 92,6 chilogrammi, il 40%, di plastica.
Anche la fase di riciclo e riuso verrà adattata al contesto urbano di una grande città. Se nella prima fase dal riciclo del granulato di plastica si sono ricavati casotti fluviali, a Torino la questione si complica. Sarnno un’imbarcazione “Sea hunter” e operatori da terra a raccogliere i rifiuti in cassoni comunali, per poi inviarne la parte plastica a un impianto Corepla che si occuperà della successiva valorizzazione dei materiali.
Il materiale riciclato verrà quindi utilizzato per la realizzazione di arredi urbani che verranno regalati dai partner del progetto alla città di Torino. I risultati di questa seconda sperimentazione, inoltre, verranno messi a confronto con la precedente attività di intercettazione, raccolta e riciclo dei rifiuti plastici del fiume Po presso Ferrara. Sarà così possibile valutare la fattibilità di un sistema nazionale di prevenzione dei rifiuti marini tramite sistemi di raccolta nei principali fiumi italiani e nel contempo la possibilità di creare una filiera virtuosa di riciclo e recupero delle plastiche raccolte.

Scopri di più sul progetto "il Po d'aMare"
 
PREVENZIONE PER UN’ECONOMIA CIRCOLARE
Gran parte dei rifiuti marini (circa l’80%) proviene infatti dalla terraferma e raggiunge il mare prevalentemente attraverso gli scarichi urbani e i corsi d’acqua per un impatto economico sulla società che la United Nations Environment Programme ha di recente stimato in 13 miliardi di dollari l’anno. “Il Po d’AMare” ha quindi dato un contributo concreto a incentivare il Piano di azione nazionale per la prevenzione e la mitigazione dei rifiuti marini, strumento con cui l’Italia deve allinearsi entro il luglio 2020 alle Direttive europee sulla Circular economy, rese pubbliche dalla Ue nel giugno 2018.
Le quattro direttive contenute nel pacchetto UE sull’economia circolare riguardano veicoli fuori uso, pile elettriche e accumulatori, rifiuti elettrici ed elettronici; discariche; rifiuti; imballaggi. Riprogettazione dei manufatti industriali, eco design, nuovi prodotti e servizi finalizzati al risparmio di materie prime e all’efficienza nell’uso delle risorse, assieme a un ulteriore salto di qualità nel riciclo dei rifiuti, sono i più importanti risultati che ci si attende dal definitivo via libera alle norme sull’economia circolare. 
 
Il progetto sperimentale “Il Po d’AMare” è stato predisposto da Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, dai Consorzi Corepla e Castalia, realizzato in collaborazione con l’Autorità di Bacino per il Po e con il patrocinio del Comune di Ferrara e AIPO.