Se è vero che carta canta, bisogna stare ben attenti alle parole. La 13esima edizione del Times Comprehensive Atlas of the World pubblicato il 15 settembre contiene un “presunto” errore che ha suscitato le proteste della comunità scientifica internazionale contro i cartografi inglesi, accusati di disegnare le mappe basandosi su interpretazioni e non su dati reali. E di diffondere una percezione errata e allarmista del cambiamento climatico.

Secondo l’atlante inglese, in 12 anni (la precedente edizione è del 1999) la Groenlandia avrebbe perso 300mila chilometri quadrati di ghiacciai, ovvero il 15% delle superfici ghiacchiate del paese. Ampie zone che prima erano bianche sulla cartina sono diventate marrone chiaro e rosa. Non solo: racconta il Guardian che in fase di presentazione dell’opera alla stampa britannica i responsabili di HarperCollins abbiano utilizzato proprio questa mappa per sottolineare “la concreta evidenza di come il cambiamento climatico stia alterando la faccia del pianeta, e lo stia facendo a ritmo accelerato”.

Peccato solo che i dati utilizzati dal Times Comprehensive Atlas of the World fossero sballati. Secondo lo Scott Polar research institute dell’Università di Cambridge infatti le mappe sono del tutto errate. Se è vero che in 12 anni c’è stata una diminuzione della superficie ghiacciata della Groenlandia, non è certo delle dimensione descritte dall’atlante. Recenti immagini satellitari, dicono i ricercatori, mostrano senza ombra di dubbio che le terre “emerse” dell’atlante sono invero coperte di ghiacci eterni. Secondo gli studiosi di Cambridge la diminuzione dei ghiacci groenlandesi è stata dello 0,1%  negli ultimi 12 anni.

Ma nonostante il commento degli studiosi, i portavoce del team che ha redatto l’Atlante sulle prime non hanno fatto ammenda, anzi. “Nel nostro settore siamo i migliori. Crediamo nei dati che abbiamo utilizzato e nella nostra cartografia. I dati ci sono stati forniti dallo Snow and Ice data center di Boulder, in Colorado. Li abbiamo comparati con la superficie ghiacciata dell’edizione 1999 e abbiamo dedotto che la superficie si è ridotta del 15%. Questo è categorico e certo”, hanno spiegato al quotidiano inglese Guardian. Ma dal Colorado è prontamente arrivata la precisazione. “Abbiamo distribuito noi le immagini e le informazioni per quella mappa. Ma l’Atlante Times li ha interpretati ed elaborati indipendentemente dai nostri consigli”.

Passati alcuni giorni e preso atto dell’errore alla HarperCollins non hanno potuto far altro che cedere. Annunciando che “c’è stato un errore nella realizzazione della mappa della Groenlandia, che verrà ridisegnata in accordo con gli ultimi dati scientifici sulla consistenza dei ghiacci nella regione. Faremo una nuova mappa che andrà ad integrare la precedente e spiegheremo la situazione, specificando come l’abbiamo mappata”. Carta canta.