Addio aereo a tutti i costi, meglio viaggiare in treno o in bus. Potrebbe essere il nuovo volto del trasporto a breve-medio raggio nell’Europa post-pandemia. Almeno secondo i dati raccolti da un sondaggio svolto nei giorni scorsi tra un migliaio di viaggiatori dalla banca d’affari Ubs Investment Bank. Gli intervistati, in quattro paesi Ue e in Cina, si sono dichiarati disposti a usare il treno ad alta velocità per percorrenze fino a 6 ore per andare in vacanza e fino a 4 ore per viaggi di lavoro; prima dell’epidemia il valore ritenuto accettabile non andava oltre le 2-3 ore in entrambi i casi. E la presenza di wifi ad alta capacità a bordo amplierebbe ulteriormente l'accettazione delle lunghe percorrenze in treno.

I dati raccolti da Ubs rispecchiano alcune analisi degli esperti, dove l’unico fattore a favore dell’aereo è il forte calo del prezzo del petrolio. Ma le nuove esigenze di distanziamento a bordo, i tempi d’attesa per la sanificazione delle cabine e il contingentamento degli imbarchi in aeroporto per evitare assembramenti hanno in prospettiva un solo denominatore comune: l’aumento del prezzo dei biglietti.


Folla estiva agli imbarchi dello scalo di Milano Malpensa

Che si tratti di voli con compagnie “convenzionali” o low-cost, difficilmente si può pensare di continuare a viaggiare in aereo ai prezzi (stracciati) di prima dell’epidemia. Il fondatore e guru di Ryanair, Michael O’Leary, in un’intervista ha dichiarato di essere in grado di «mantenere i conti in pareggio anche viaggiando con un terzo dei sedili vuoti». Ma potrebbe essere necessario dimezzare il numero dei passeggeri a bordo; quanto agli aeroporti, è escluso che le compagnie low-cost possano continuare a programmare solo 20-30 minuti di pausa tra atterraggio e decollo dello stesso aereo, ritmo chiave per mantenere in piedi il business.

Al di fuori della maggiore “pazienza” dei viaggiatori post-pandemia, il treno – specie se declinato sulle linee ad alta velocità – potrebbe avere carte migliori da giocare. Già oggi un Frecciarossa porta 450 passeggeri offrendo spazi ben più ampi di quelli offerti da un aereo. Riducendone la capienza a 350 posti si potrebbero rispettare le norme di distanziamento senza far impennare i prezzi. I ticket con l’indicativo del posto e della vettura sono già uno standard e il numero delle porte d’accesso consente imbarchi e sbarchi ordinati; unico dato negativo: le fermate intermedie potrebbero allungarsi di qualche minuto, come i tempi tecnici di ripristino del convoglio a fine corsa.


Un treno ad alta velocità nella stazione di Milano Centrale

Resta il fatto che in sei ore di treno ad alta velocità in Italia si percorre un bel pezzo di Penisola. Come pure in Francia e Spagna si va da un capo all’altro del Paese. E uno sforzo di cooperazione tra compagnie ferroviarie nazionali italiane e d’Oltralpe per nuovi collegamenti AV internazionali potrebbe aiutare il sistema turistico italiano (e non solo) a riprendere quota nello scenario post-pandemia.

Sulla stessa linea di tendenza anche le linee di autobus a medio-lungo raggio. Come per aerei e treni, i Flixbus a due piani stipati con 60/70 passeggeri resteranno un ricordo. Ma già con una quarantina di posti gli autobus gran turismo oggi disponibili possono offrire buoni standard di distanziamento. Le soste dovrebbero certo allungarsi per evitare assembramenti, ma nel complesso le tariffe non dovrebbero registrare gli aumenti ipotizzati per gli aerei.


Imbarco su un bus a lunga percorrenza di FlixBus

Meno positive le prospettive per i traghetti. Le misure di sicurezza potrebbero portare all’azzeramento dei posti ponte e il prolungarsi delle procedure di imbarco combinato con la sanificazione della nave imporrebbero tempi di sosta in porto doppi o tripli rispetto al “balletto” tra terminal e terminal che oggi caratterizza i servizi estivi verso le isole. Anche in questo caso, il rischio di veder andare alle stelle il prezzo dei biglietti è una possibilità.


Auto in coda per l'imbarco verso la Sardegna